La Cementir chiudera’ ad ottobre
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Redazione - redazione@ilnovese.info  
18 Giugno 2013
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La Cementir chiudera’ ad ottobre

La dichiarazione e' stata resa nella sede dalla proprieta'. In 72 rimarranno senza lavoro. I sindacati: 'Decisione inaccettabile' e indicono 8 ore di sciopero per mercoledi' 19 giugno

La dichiarazione e' stata resa nella sede dalla proprieta'. In 72 rimarranno senza lavoro. I sindacati: 'Decisione inaccettabile' e indicono 8 ore di sciopero per mercoledi' 19 giugno

ARQUATA SCRIVIA – La Cementir di Arquata chiuderà entro il primo di ottobre. L’annuncio, peraltro assai temuto soprattutto dai 72 dipendenti, è stato dato nel pomeriggio di lunedì 17 giugno nella sede della Confindustria di Roma dalla proprietà.

Immediate le reazioni dei sindacati: “Questa è stata una decisione unilaterale e inaccettabile. A questo punto saremo costretti a mettere in campo tutte le iniziative a difesa dei lavoratori – afferma Raffele Tulipano per le rappresentanze Filca, Fillea e Feneal. – La proprietà ha dichiarato la chiusura totale di Arquata, per “motivi di mercato”. Cominceremo domani, mercoledì 19, con uno sciopero di 8 ore e con l’assemblea di stabilimento, dove spiegheremo le ragioni di questa decisione, espresse dalla direzione generale”.

Durante l’incontro di Roma sono state affrontate anche le posizioni degli altri insediamenti nazionali del Gruppo Cementir. Solo Arquata, al momento, è lo stabilimento più penalizzato, poiché per Taranto si procederà a un ridimensionamento, sempre per ragioni di mercato, mentre non dovrebbero esserci problemi per gli insediamenti di Maddaloni e di Spoleto. Per Arquata è stata confermata la chiusura del forno, mentre sino a ottobre si svilupperanno cassa integrazione, mobilità e tutti gli ammortizzatori sociali previsti.

Vengono quindi a decadere le speranze di veder riattivare il forno tra qualche tempo e persino di poter mantenere la macinazione. Quest’ultima attività avrebbe perlomeno salvato l’attività di commercializzazione dei prodotti, pur ridimensionando di 40 unità il personale. Ma adesso la situazione si configura davvero drammatica. Pertanto sfumerebbe anche la possibilità che avrebbe concesso l’inizio dei lavori del Terzo valico, per salvare uno dei colossi nazionali della produzione di cementi e calcestruzzo.

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