Home
Cementir, stabilimento bloccato per lo sciopero
Due giornate di sciopero per i lavoratori Cementir che rischiano di restare a casa dopo l'annunciata chiusura dello stabilimento. Il sindaco Spineto oggi incontra i sindacati e l'azienda: "una doccia fredda, una scelta incomprensibile quella di Cementir". In settimana anche un tavolo provinciale
Due giornate di sciopero per i lavoratori Cementir che rischiano di restare a casa dopo l'annunciata chiusura dello stabilimento. Il sindaco Spineto oggi incontra i sindacati e l'azienda: "una doccia fredda, una scelta incomprensibile quella di Cementir". In settimana anche un tavolo provinciale
ARQUATA SCRIVIA – 15,30 Adesione totale allo sciopero CementirAssemblea e sciopero questa mattina alla Cementir di Arquata Scrivia. I 72 dipendenti che rischiano il lavoro a seguito della paventata chiusura dello stabilimento, hanno incrociato le braccia per tutta la giornata. In assemblea i rappresentanti sindacali hanno spiegato la proposta aziendale, giudicata “inaccettabile” e le proposte che avanzeranno al prossimo tavolo di confronto, convocato in Provincia il 27 giugno.
“Proponiamo l’applicazione di contratti di solidarietà per consentire all’azienda di contenere i costi ma, nel contempo, mantenere il lavoro, anche in prospettiva di una ripresa”, ha detto Massimo Cogliandro.
Due giornate di sciopero, la prima oggi, mercoledì, per dire no alla chiusura dello stabilimento Cementir, annunciata lunedì sera alle segreterie Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil. La seconda sabato, in concomitanza con quello nazionale proclamato dal Cgil, Cisl e Uil. “Porteremo in piazza, a Roma, una delegezione di lavoratori Cementir per portare all’attenzione nazionale la grave situazione che ci è stata comunicata”, assicura massimo Cogliandro, delegato provinciale Fillea.
Si lavora internsamente anche sul piano istituzionale per scongiurare la chiusura, entro ottobre, dello stabilimento in cui lavorano 72 persone.
Oggi il sindaco Paolo Spineto (nella foto sotto) incontrerà le Rsu e la dirigenza dello stabilimento: “Questa notizia è stata una doccia fredda. Al momento mi sembra una decisione incomprensibile quella dell’azienda. Incontrerò oggi i sindacati e la direzione dello stabilimento per avere un quadro più completo della situazione e per valutare le azioni da intraprendere”. Già in settimana, inoltre, potrebbe essere convocato un tavolo in Provincia. “Non abbandoniamo la via dei tavoli e del confronto – aggiunge Cogliandro – e ci auguriamo che ci siano i margini perchè l’azienda riveda i suoi piani. Alle istituzioni chiediamo di attivarsi in tutte le direzioni affinché si possa scongiurare la chiusura della stabilimento”.
I sindacati parlano di “scelta inaccettabile e incomprensibile, alla quale ci opporremo con tutte le nostre forze, mettendo in campo tutte le soluzioni possibili”. Quella della chiusura, senza altra alternativa, era l’ipotesi peggiore già emersa una decina di giorni fa, durante un primo incontro a Roma. “In quel caso – ricorda Cogliandro – si era parlato di chiusura del forno per Arquata ma del mantenimento della macinazione con la possibilità di una riconversione delle lavorazioni nel caso in cui fossero partiti i lavori per il Terzo Valico dei Giovi. Riteniamo quindi incomprensibile l’annuncio che vuole invece la chiusura definitiva”. Secondo quanto riportano i sindacati, infatti, la partita Terzo Valico per l’azienda non offrirebbe sufficienti garanzie per mettere in atto una diversificazione di produzione.