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Rapina in gioielleria, i tre patteggiano
Hanno concordato con il pm la pena di due anni di reclusione per ognuno degli inquisiti i difensori di Francesco Sammarco, Alessandro Meloni e Eugenio Isidoro. La sentenza verra' formalizzata nell'udienza del 16 settembre
Hanno concordato con il pm la pena di due anni di reclusione per ognuno degli inquisiti i difensori di Francesco Sammarco, Alessandro Meloni e Eugenio Isidoro. La sentenza verra' formalizzata nell'udienza del 16 settembre
NOVI LIGURE – Hanno patteggiato i tre malviventi che nel novembre del 2012 scorso tentarono di rapinare la gioielleria “Idea Oro”, di via Girardengo. Nella giornata di giovedì 18 luglio, al Palazzo di Giustizia di Alessandria, davanti al gup Enrica Bertolotto, i difensori di Francesco Sammarco, brindisino di 29 anni, Alessandro Meloni, 33enne abitante a Tortona, individuati come autori materiali e Eugenio Isidoro, 39enne anche lui di Tortona, accusato di aver svolto il ruolo del palo, hanno concordato con il pm Marcella Bosco la pena a due anni di reclusione per ciascuno. La sentenza verrà formalizzata nell’udienza fissata per il 16 settembre. La vicenda, che ha avuto luogo il 13 novembre dello scorso anno, non sfigurerebbe come trama di un film d’azione. Mentre uno dei tre rimaneva a fare il palo, in due entravano nella gioielleria muniti di borsone. I banditi si trovarono davanti la titolare e con il fine di spaventarla, così da impedirle di chiamare aiuto, le legarono mani e caviglie, intimandole di non gridare. In caso contrario, le avrebbero tappato la bocca con il nastro adesivo. La paura e le minacce, non fecero perdere di lucidità all’orefice, che con i rapinatori concentrati a razziare la merce, riuscì ad attirare l’attenzione di alcuni passanti. Notando che delle persone si erano fermati a osservare la vetrina, la donna mostrò i polsi legati e invocò aiuto, riuscendo infine ad aggrapparsi al borsone, così che i malviventi non riuscissero a portarlo via.
In seguito alle indagini avviate dalla polizia municipale, i tre furono incriminati per tentata rapina, oltre che accusati delle lesioni procurate alla titolare della gioielleria. A loro carico, risultò anche il furto dell’auto Suzuki Ignis sottratta, alcuni giorni prima, in una rimessa di Novi.