Cimitero, anche il gip da’ ragione al sindaco
In ottemperanza ad una norma dell'ottobre '75 anche il giudice penale alessandrino Enrica Bertolotto ha liberato il primo cittadino di Cabella da ogni responsabilita' per le estumulazioni effettuate nel mese di dicembre 2012. La sentenza arriva dopo che gia' il Tar aveva respinto il ricorso dei famigliari dei defunti
In ottemperanza ad una norma dell'ottobre '75 anche il giudice penale alessandrino Enrica Bertolotto ha liberato il primo cittadino di Cabella da ogni responsabilita' per le estumulazioni effettuate nel mese di dicembre 2012. La sentenza arriva dopo che gia' il Tar aveva respinto il ricorso dei famigliari dei defunti
CABELLA LIGURE – Tira un sospiro di sollievo il sindaco di Cabella, Mario Manlio Garibaldi. Dopo il Tar, anche la giustizia penale esclude responsabilità del primo cittadino che, nei primi mesi del 2013 , era indagato per ipotizzati reati quali abuso d’ufficio, vilipendio di tombe e violazione di sepolcri, con rischio di condanna da uno a cinque anni. A denunciare Garibaldi, 25 parenti di defunti sepolti nel cimitero di Dova Superiore, frazione di Cabella.
Nel dicembre del 2012 queste salme erano state estumulate in conseguenza ad un provvedimento comunale. Da quel momento era partita la protesta dei famigliari dei defunti che, convinti che quelle concessioni cimiteriali fossero perpetue, avevano definito l’azione dell’amministrazione “un arbitrio”. Prima di procedere, il Comune non aveva mancato nel dare il giusto preavviso, affiggendo avvisi nei mesi di marzo e settembre. Infine, a dicembre era avvenuta l’estumulazione, seguita dalle denunce rivolte al Tar e al giudice penale. Ora, quasi contemporaneamente al pronunciamento del Tribunale amministrativo regionale, è arrivato quello del giudice penale alessandrino Enrica Bertolotto.
A dare ragione a sindaco ed amministrazione è una norma dell’ottobre ’75, attuativa dal febbraio ’76, per cui, spiega l’avvocato che ha difeso Garibaldi, Vittorio Spallasso: “Per le persone sepolte dopo questa data le concessioni non possono più essere perpetue”.
Garibaldi ha così commentato: “I miei concittadini sono stati male indirizzati, da una persona di cui non ricordo il nome, ma il cognome sì, anche se non lo dico. Posso capire il ricorso al Tar, non la denuncia penale. Ora, però, più giudici hanno attestato che la mia amministrazione ha agito correttamente”.