Terzo Valico, lo smarino dove va? ad Alessandria
Lo stralcio del primo lotto dei lavori del Terzo Valico individua ad Alessandria la cava dove verrà smaltita la terra proveniente dagli scavi di Arquata e Voltaggio. Aspettando l'avvio dei lavori, previsto a settembre, i No Tav preparano il presidio permanente a Redimero
Lo stralcio del primo lotto dei lavori del Terzo Valico individua ad Alessandria la cava dove verrà smaltita la terra proveniente dagli scavi di Arquata e Voltaggio. Aspettando l'avvio dei lavori, previsto a settembre, i No Tav preparano il presidio permanente a Redimero
ALESSANDRIA – Emergono nuovi dettagli sull’inizio dei lavori, previsti a partire da settembre, per il Terzo Valico dei Giovi, contenuti nello stralcio del progetto relativo al primo lotto. Il via libera al progetto per i primi sei mesi, con annessa individuazione di chi fornirà il calcestruzzo e dei siti in cui conferire lo smarino prodotto dai lavori, era stato concesso a Cociv nonostante mancassero ancora tutte le autorizzazioni previste dalle conferenze dei servizi, compreso il piano cave. Piano che dovrebbe, appunto, individuare le cave destinate ad ospitare le terre provenienti dallo scavo del tunnel.
“In attesa della conferenza dei servizi che dovrà dare il via libera all’utilizzo delle prime tre cave individuate per il primo e il secondo lotto (Cava Cementir di Voltaggio, Cascina Pattarellino di Sale e Area Artigianale Dossi di Pontecurone), Cociv ha deciso di utilizzare “l’opportunità” offertagli dal D.Lgs. 152/2006 e di conferire in centri di recupero e discariche regolarmente autorizzate lo smarino”, mettono in evidenza i comitati anti Terzo Valico.
Dove finirà quindi lo smarino? “Quello prodotto dai primi sei mesi di lavori nei cantieri piemontesi a Rondissone (To) presso una cava gestita dalla Ilc Srl e a Spinetta Marengo presso la Sap (Servizi Ambientali Piemontesi), autorizzata al recupero e al riciclo di rifiuti inerti”.
“La Sap, il cui legale rappresentante è il signor Bonanno Valerio, accoglierà la quasi totalità dello smarino prodotto: 73684 metri cubi rispetto ai 6049 che verranno portati a Rondissone (come si evince facilmente dalla cartina coi siti di destinazione preparata da Cociv oltre che dall’attenta lettura della documentazione). Praticamente, lo smarino, con altissima probabilità di contenere amianto, finirà tutto ad Alessandria in una zona compresa fra i centri abitati di Spinetta Merengo, Cascinagrossa e Castelceriolo”.
Si apre ora la questione politica. A sollevarla, oltre agli attivisti No Tav, è anche Sel, il cui esponente, Claudio Lombardi, è assessore all’ambiente del comune di Alessandria.
“Dopo aver minacciato più volte per bocca del sindaco Rita Rossa di non essere intenzionata ad autorizzare il passaggio dei camion se non ci fosse stata la contropartita della logistica (posizione che ha ricevuto dure critiche) adesso deve dimostrare di dare seguito alle parole con fatti concreti”, ricordano i No Tav.
Analoga la posizione di Sel: “Ancora una volta vengono prese decisioni non supportate da corretta procedura scientifica, le leggi della politica prevalgono sulle leggi della scienza. Tale approccio ha portato ai disastri ecologici che affliggono l’Italia: l’Ilva di Taranto ne e’ il più recente esempio.
In assenza di approccio razionale e tecnicamente corretto Sinistra Ecologia Libertà, in accordo con le posizioni espresse da Claudio Lombardi, assessore all’ambiente del Comune di Alessandria, ritiene che il Comune di Alessandria dovrebbe confermare la propria contrarietà all’uso delle cave nell’area comunale per ricevere lo smarino degli scavi.
Il Comune quindi dovrebbe ribadire la posizione già espressa con ordine del giorno del Consiglio comunale del 3 dicembre 2012 col quale si sottolinea come tale opera non apporti beneficio alcuno all’economia alessandrina”.
Intanto, i comitati No Tav sono pronti per l’inaugurazione del presidio permanente a Redimero, zona di Arquata dove, secondo il progetto esecutivo, dovrebbe iniziare lo scavo della galleria di valico. Gli attivisti sono determinati nell’impedire l’arrivo della “talpa”, il macchinario che eseguirà materialmente lo scavo.
