Forte di Gavi, il ministero dice ‘no’ ai cannoni
La richiesta portata avanti dai volontari dell'associazione Amici del Forte non e' andata a buon fine. Le storiche bocche da fuoco, richieste per incrementare l'afflusso di visitatori, sembrano destinate a rimanere nel capoluogo piemontese
La richiesta portata avanti dai volontari dell'associazione Amici del Forte non e' andata a buon fine. Le storiche bocche da fuoco, richieste per incrementare l'afflusso di visitatori, sembrano destinate a rimanere nel capoluogo piemontese
GAVI – Un altro due di picche. Anche l’attuale ministro della Difesa, Mario Mauro, come i predecessori, ha risposto un secco no al trasferimento al Forte di Gavi degli storici cannoni del Museo dell’Artiglieria di Torino, conservati da decenni nel magazzino della caserma Aimone, sempre nel capoluogo piemontese, e non visitabili dal pubblico.
La richiesta era giunta ancora una volta dall’associazione Amici del Forte di Gavi, capeggiati dal consigliere Armando Di Raimondo. Il fine era quello di dare un nuovo elemento di lustro e interesse alla fortezza, così da attirare un numero maggiore di visitatori. I cannoni recano inoltre l’effigie della Repubblica di Genova, segno che può far presumere come nei secoli scorsi, essi siano già passati in Val Lemme. Questo sembra non bastare al ministero e l’ammiraglio Vanni Nozzoli, a nome del ministro Mauro, ha risposto picche: “Non esistono i presupposti normativi per accogliere la proposta. Inoltre, il trasferimento a Gavi comporterebbe un onere finanziario per il bilancio che mal si concilia con l’attuale momento di forte contenimento della spesa”.
Questo non è l’unico grattacapo per i volontari dell’associazione Amici del Forte, che devono già fare i conti con la chiusura della fortezza per due domeniche al mese e con le forti limitazioni all’utilizzo dell’illuminazione artistica del sito, dettate dalla Soprintendenza per ridurre i costi.