Festa della montagna, minestrone, fagiolane e solidarietà
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Redazione - redazione@novionline.net  
24 Agosto 2013
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Festa della montagna, minestrone, fagiolane e solidarietà

Specialità gastronomiche e solidarietà alla tradizionale Festa della Montagna di Dova Superiore dove tra i fornelli da 25 anni c'è il parroco e i volontari del paese

Specialità gastronomiche e solidarietà alla tradizionale Festa della Montagna di Dova Superiore dove tra i fornelli da 25 anni c'è il parroco e i volontari del paese

CABELLA LIGURE –  La piccola frazione di Dova Superiore, nel Comune di Cabella Ligure, rinnova ancora una volta la tradizione, ormai ultraventicinquennale, della “Festa della Nostra Montagna”, organizzata dalla Parrocchia di San Martino.
L’infaticabile Parroco Don Luciano Maggiolo e gli altrettanto infaticabili volontari della Festa hanno allestito la grande tavola nell’area attrezzata.
La santa messa delle 11 è il momento “ufficiale” di inizio della giornata. Dopo, nell’ampio spazio retrostante la chiesa, coperto ed utilizzabile anche in caso di maltempo, vengono servite le tradizionali specialità della festa: l’ormai leggendario “minestrone di Dova”, accompagnato, a pranzo, dal saporito spezzatino, e a cena, da un altro “piatto forte” della cucina montanara: trippa con fagiolane.
Il parroco e gli abitanti di Dova attribuiscono alla festa un significato che va al di là della semplice sagra, sia nelle modalità che negli obiettivi. Infatti la festa è aperta a tutti gli amici che contribuiscono spontaneamente la festa con musiche e balli, mentre il ricavato – dedotte le spese vive – sarà devoluto interamente in beneficenza, non solo per la parrocchia di San Martino, ma allargando l’orizzonte anche ad altre realtà parrocchiali dell’alta Val Borbera e al mondo intero, grazie alla collaborazione con la Croce Rossa Italiana – Comitato Locale di Vignole Borbera, che garantisce da anni l’assistenza alla manifestazione, e con il Progetto “Dream” della Comunità di Sant’Egidio, che in molti Paesi africani assicura un futuro dignitoso ai bambini, liberandoli dall’incubo di nascere già malati di Aids.
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