Manca il lavoro? L’alternativa e’ l’apicoltura
Molti giovani del novese hanno trovato nella produzione di miele una strada alternativa da percorrere per affrontare la crisi. Non c'e' solo chi fa di questa attivita' il proprio lavoro primario, ma anche chi cosi' 'arrotonda' lo stipendio
Molti giovani del novese hanno trovato nella produzione di miele una strada alternativa da percorrere per affrontare la crisi. Non c'e' solo chi fa di questa attivita' il proprio lavoro primario, ma anche chi cosi' 'arrotonda' lo stipendio
“Siamo rimasti noi stessi stupiti, quest’anno, dalla discreta produzione di miele – spiega il presidente Unaapi, Francesco Panella – principalmente quello di tiglio e il millefiori. Direi che sia soddisfacente anche la produzione di melata. Rimane critica quella di castagno a causa della cinipide, sulla quale però la Regione ha avviato tempestivamente una buona campagna fitosanitaria, tanto che potrebbe essere eliminata, ma non prima di 6-7 anni, tornando così a un riequilibrio”.
Dall’inizio dell’anno nel novese si sono formati professionalmente, proseguono o hanno ripreso l’attività, almeno una settantina di apicoltori, un piccolo boom che non si registrava da decine d’anni. Alcuni hanno fatto di questa attività il proprio lavoro, altri se ne occupano per “arrotondare” lo stipendio o la pensione. La richiesta di miele, soprattutto dall’estero è molto forte. “Per questo motivo – prosegue Panella – abbiamo organizzato i corsi di primavera che hanno riscosso molto successo. Tanto che l’apicoltura sembra stia diventando una moda tra i giovani. Sempre a proposito della buona produzione di quest’anno, generata quindi dall’applicazione dei cultori, possiamo indicare, naturalmente solo per ciascun alveare, singole quantità pari a 10-15 chili di miele di millefiori, da 15 chili in su di miele millefiori e altrettanti per il miele di tiglio. Mentre per il castagno che rappresentava la nostra miglior produzione, siamo ampiamente sotto i 10 chili per alveare”.