Cambiare, ma non troppo…
Autunno, cadono le foglie, iniziano le prime burrasche e per il PD è tempo di rinnovare i coordinamenti cittadini e provinciali, in attesa del grande match nazionale. In alcune città si eleggono anche i candidati alle competizioni comunali, come ad esempio a Novi.
Autunno, cadono le foglie, iniziano le prime burrasche e per il PD è tempo di rinnovare i coordinamenti cittadini e provinciali, in attesa del grande match nazionale. In alcune città si eleggono anche i candidati alle competizioni comunali, come ad esempio a Novi.
LA PECORA NERA – Autunno, cadono le foglie, iniziano le prime burrasche e per il PD è tempo di rinnovare i coordinamenti cittadini e provinciali, in attesa del grande match nazionale.
In alcune città si eleggono anche i candidati alle competizioni comunali, come ad esempio a Novi.
Ovviamente vinca il migliore, nella speranza che il candidato che esce dalle primarie sia accettato da tutti e non accada come ad esempio è successo a Palermo, quando Leoluca Orlando gridò all’imbroglio e si candidò a Sindaco di Palermo nonostante Rita Borsellino, da lui sostenuta, avesse perso le primarie.
I risultati elettorali poi hanno dato ragione ad Orlando, che ha vinto, ma di dubbi su tutta l’operazione ne sono rimasti.
Non penso sarà comunque il caso di Novi, dove tutti e tre i contendenti alla cadrega di Sindaco sembrano ben visti dal resto della coalizione, ma ovviamente in politica “mai dire mai”: magari qualche alleato può voler rompere le uova nel paniere del pd
Alcuni ad esempio scommettono sul ciclone Paolo Moncalvo, altri su eventuali manovre dietro le quinte del gran visir dell’acqua; non sembra del tutto scontato che tutto finirà con le primarie, ma staremo a vedere.
Da tempi non sospetti ritengo le primarie un ottimo strumento di confronto verso i propri elettori, che non possono poi lamentarsi dell’eventuale candidato scelto se non partecipano alle votazioni , e spero che anche il centro-destra alla fine se ne renda conto, sebbene da anni il maggiore partito sceglie i propri rappresentanti senza consultare gli iscritti.
“Vizietto” che pare aver contagiato anche il pd in molte provincie italiane, dove è stato scelto un candidato unico dai maggiorenti del partito che , per evitare di andare alla conta, hanno preferito accordarsi.
Sembra un po’ il caso di Alessandria, dove Ravetti accontenta un po’ tutti (dai renziani ai cuperliani, passando per i civatiani), mentre la stessa operazione non è riuscita a Pavia, dove sembra di assistere ad una surreale partita di calcio tra una squadra di seconda categoria e il resto del mondo.
Da un lato abbiamo un candidato sostenuto dal “resto del mondo” (renziani della prima e dell’ultima ora, cuperliani, civatiani, ecc), dall’altro una candidatura frutto del lavoro di chi non ha gradito l’inciucio, rendendo quindi più reale la competizione.
Certo, possiamo raccontarcela di quanto un candidato sia bravo, di quanto possa corrispondere alle necessità di un partito, ma resta il fatto che avere una scelta tra più candidati rappresenta sempre una garanzia di come il confronto sia effettivamente possibile.
Diversamente appare solo un voler cambiare, ma non troppo.
Perché “maniman…”