No Tav: Lupi? No grazie. “Solo se ripartiamo  dall’opzione zero”
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Irene Navaro - irene.navaro@alessandrianews.it  
26 Ottobre 2013
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No Tav: Lupi? No grazie. “Solo se ripartiamo dall’opzione zero”

Il movimento No Tav compatto nel dire “no” all'invito del ministro Maurizio Lupi di partecipare alla riunione che si terrà lunedì in Prefettura. “Un vero confronto deve essere aperto a tutta la popolazione. L'incontro di lunedì sarà un teatrino e noi non faremo le comparse”

Il movimento No Tav compatto nel dire ?no? all'invito del ministro Maurizio Lupi di partecipare alla riunione che si terrà lunedì in Prefettura. ?Un vero confronto deve essere aperto a tutta la popolazione. L'incontro di lunedì sarà un teatrino e noi non faremo le comparse?

NOVI LIGURE – L’incontro con il ministro Lupi? “Nella politica del bastone e della carota, questa è la carota”. I comitati contrari alla realizzazione del Terzo Valico sono uniti nel declinare l’invito che arriva dalla Prefettura di Alessandria a partecipare all’incontro che si terrà lunedì, alle 15, a palazzo Ghilini.
La lettera che li convoca, al pari di amministratori regionali, provinciali e comunali, “è una trappola”, o meglio, “una farsa”, dicono.
Lo hanno spiegato ieri mattina nel corso di una conferenza stampa nella sede novese del movimento. “Non siamo mai stati contrari al confronto, anzi, lo abbiamo sempre sollecitato. Ma deve essere un confronto vero, aperto a tutta la popolazione. Quello di lunedì sarà un teatrino, dove l’attore unico è Lupi e tutti gli altri comparse”.
Al primo punto del diniego c’è, appunto, la modalità dell’incontro, riservato ai soli amministratori “sindaci si Tav che non rappresentano i loro cittadini”. Del resto, neppure il movimento si sente “di rappresentare tutta la popolazione, o la società civile, come è scritto nella lettera di convocazione”. La politica, dicono, “si deve assumere la responsabilità di spiegare a tutti il perchè di un’opera che cosa oltre 6 miliardi, la cui progettazione è iniziata nel 1991 e che, se va bene, vedrà la fine nel 2134”. Il punto è proprio quello:”che la rilevanza strategia dell’opera che vorrebbero spiegare non esiste”. Al ministro Lupi chiedono, piuttosto, di “ripartire dall’opzione zero”, di sedersi attorno ad un tavolo “per verificare l’utilità del terzo valico”.
“In 20 anni non hanno mai fatto incontri aperti e quando è stato fatto, a Voltaggio e Borgo Fornari, sono stati sbugiardati. Lunedì sarà il solito teatrino”. I comuni avrebbero infatti preparato un documento, “scritto dal ‘consulente’ che nessuno ha ancora capito con che soldi viene pagato, in cui si ricorda loro il ‘compitino’, l’elenco di cose che dovranno chiedere”.
Un “gioco” , quindi, al quale i No Tav non intendono partecipare.
Non ci sarà neppure l’associazione Afa, Amici delle Ferrovie e dell’Ambiente, che affida le motivazioni del “no” ad un comunicato stampa.
“La nostra associazione – spiega il presidente Gianni Repetto – è stata invitata all’incontro che avrà luogo lunedì 28 ottobre, ore 15 presso la Prefettura di Alessandria con il Ministro dei Trasporti Maurizio Lupi e le istituzioni locali, per un presunto “confronto” in merito alla realizzazione del progetto del Terzo Valico dei Giovi. Comunichiamo che decliniamo l’invito per le seguenti ragioni:
per molti anni il Movimento che si oppone al progetto del Terzo Valico dei Giovi, ha chiesto un confronto con le istituzioni per verificare insieme l’effettiva necessità dell’opera o possibili soluzioni alternative, senza ricevere mai riscontro alcuno. 
Riteniamo che un incontro in questo momento, in prossimità dell’inizio dei lavori, non rappresenti un vero confronto ma una semplice ratifica di ciò che è stato già deciso in altre sedi;
d’altro canto, il confronto che abbiamo sempre richiesto doveva essere fatto con le popolazioni, in assemblee pubbliche, in quanto democraticamente era questo un diritto dei Territori. Questo non è mai avvenuto e le informazioni da esse ricevute sono state solo il frutto di iniziative del Movimento; escludere le popolazioni anche in questo momento vuol dire far cadere dall’alto con imperio un’opera di cui esse dovranno sopportare per anni l’impatto devastante;
rileviamo che ancora ad oggi non è stata fornita un’analisi costi e benefici dell’opera né ne è stata dimostrata l’effettiva utilità;
infine, l’attuale crisi economica, con le ferrovie allo sbando, suggerirebbe altre scelte che pesassero meno sulle spalle dei cittadini e fossero più efficaci per il funzionamento dei servizi”.

Anche l’ambientalista “storico” Antonello Brunetti, tra i promotori del primo comitato nato nel 1992, argomenta così il rifiuto a partecipare: “Dopo 22 anni di silenzio, di decisioni sulle nostre teste, di risolini di scherno verso “gli indiani che tirano frecce ai treni”, di risposte negative alle richieste di discutere a viso aperto non sui particolari ma sulla eventuale opportunità dell’opzione zero o sulle alternative, ci chiamano per chiedere se abbiamo migliorie da proporre. Ma questi, tanto per cambiare, ci vogliono prendere per il sedere?
Non ci interessano le rotonde, le tangenziali, o altre colate di cemento, ma una vera disanima di quelle che sono le migliorie da apportare al trasporto merci su rotaia e per una gestione efficiente del trasporto pendolari. Non ci interessa risparmiare 10 minuti fra Milano e Genova quando occorre più di un’ora ai novesi per arrivare a Genova o 12 ore per i treni merci per entrare o uscire dall’area portuale di Voltri. Attraverso Sampierdarena.

– Non ci interessa discutere su un’opera che non punta al bene pubblico ma a colmare pochi individui di alti profitti con relative donazioni agli amici degli amici.

– Non ci interessa spostare qualche virgola in un’opera che costa 6 miliardi e 200 milioni di euro (o che, come ha detto recentemente il prof. Marco Ponti, costerà almeno tre volte tanto) per fare il buco più inutile del Creato, ignorando tutte le immense voragini trasportistiche, sociali, economiche ed esistenziali dell’Italia attuale”.

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