Lupi: “l’opera vada avanti, ma comunicate tempi e modi”
Il ministro Lupi ai sindaci: il Terzo Valico "resta un'opera strategica non solo per il territorio ma per l'intero Paese", la priorità è ora quella di "comunicare". Il sindaco Rossa: "senza garanzie su logistica e ambiente l'opera non deve iniziare". Repetto (Voltaggio) "parzialmente soddisfatto dalle risposte"
Il ministro Lupi ai sindaci: il Terzo Valico "resta un'opera strategica non solo per il territorio ma per l'intero Paese", la priorità è ora quella di "comunicare". Il sindaco Rossa: "senza garanzie su logistica e ambiente l'opera non deve iniziare". Repetto (Voltaggio) "parzialmente soddisfatto dalle risposte"
ALESSANDRIA – Logistica e “comunicazione”. Sono le due questioni rimaste aperte sul Terzo Valico dei Giovi anche dopo l’incontro dei sindaci con il ministro dei Trasporti ed Infrastrutture Maurizio Lupi, che si è tenuto ieri ad Alessandria, nella sede della Prefettura. Quasi tre ore di dibattito, domande e risposte, alcune solo accennate. Se ormai è chiaro che per il governo, nazionale e regionale, “il terzo valico è un’opera strategica non solo per il territorio ma per l’intero paese”, non è altrettanto chiaro qual è il rapporto costi benefici per la provincia di Alessandria.
Lupi, accogliendo quella che lui stesso ha definito una “legittima e corretta esigenza dei sindaci”, parla di “necessità di avviare un progetto di comunicazione, non per convincere la popolazione della bontà dell’opera, ma per fornire risposte”.
Quattro le istanze portate dai sindaci e dalla Provincia all’attenzione del ministro: strategicità dell’opera, ricadute sul territorio, garanzie sulla questione ambientale e un sistema di comunicazione alle popolazioni interessate “di cui non possiamo farci carico noi primi cittadini”, come ha sottolineato il sindaco di Voltaggio Lorenzo Repetto anche a nome dei colleghi.
Le stesse questioni che erano contenute nella richiesta di moratoria sottoscritta lo scorso marzo.
Se, sul tema ambientale, le risposte sono arrivate dai tecnici, le altre attengono alla politica e Lupi le ha sintetizzate, nelle conclusioni, chiedendo a Cociv, Rfi e Regione di “attuare e implementare un piano di comunicazione, indicando chiaramente quali sono i vantaggi per il territorio, anche se le ricadute non sono solo locali, ma dell’intera nazione, arrivando a definire un calendario dei lavori”, esortando nel contempo ad “andare avanti senza indugi”. Conciliante anche il presidente della Regione Roberto Cota che parla di un “giusto dialogo sul territorio” e chiede di superare campanilismi ma di assumere una visione più globale dell’opera: “c’è un unico disegno, quello di collegare Genova al Nord Europa. Questa è un’opera finalizzata a rilanciare tutto il sistema produttivo piemontese”.
Sulla questione ambientale (presenza di amianto e tutela delle fonti idriche) i tavoli regionali sono già avviati ed hanno portato alla definizione di un protocollo adottato dal ministero dell’Ambiente.
Sarà Arpa Piemonte a monitorare il rispetto del protocollo di sicurezza: “l’amianto è presente nelle rocce oggetto di scavo – ha detto il direttore di Arpa Piemonte Angelo Robotto – Daremo il sopporto tecnico e scientifico sui rilievi geologici, controllando il fronte di scavo, azione indispensabile per evitare dispersione dell’amianto, e controllando il materiale di risulta. Saranno effettuati anche controlli dell’aria su alcuni punti, nei cantieri e nei centri abitati”. Analogo controllo, ma con interventi a posteriori, qualora si renda necessario, sarà portato avanti sulle fonti idriche.

Il traffico potenziale, secondo le proiezioni, potrebbe essere di 4,8 milioni di teu. “Su gomma il costo sociale del trasporto è di 8,8 centesimo per tonnellata, su rotaia è di 1,8 centesimi”.
Rimodernare le linee esistenti? “una risale al 1848, l’altra agli inizi del Novecento. Quella via Ovada non ha le caratteristiche adeguate”. Quindi, avanti tutta, nonostante, ammette, ci sia stato “un aumento dei costi dovuti da un lato alle nuove normative sulle gallerie, dall’altra sulle indennità di esproprio, non più rapportate al valore catastale ma al prezzo di mercato”. E a che punto sono gli espropri? “Abbiamo acquisito il 50% circa delle aree, adottando una politica di dialogo con i proprietari. Chiediamo ora l’aiuto degli amministratori locali per favorire il dialogo con chi ancora non è stato avviato”, dice Longo, presidente Cociv.

Si dicono “parzialmente soddisfatti” i primi cittadini al termine del lungo incontro: “l’informazione va fatta prima dell’avvio dei lavori”.