Bundy, acque agitate allo stabilimento, riprendono gli scioperi
A pochi mesi dalla manifestazione dei dipendenti dallo stabilimento al municipio, Fim Cils, Fiom Cgil e Uilm Uil e rsu hanno proclamato lunedì e attuato da ieri, martedì 29 ottobre, sedici ore di serrata a singhiozzo, due ore a ogni fine turno.
A pochi mesi dalla manifestazione dei dipendenti dallo stabilimento al municipio, Fim Cils, Fiom Cgil e Uilm Uil e rsu hanno proclamato lunedì e attuato da ieri, martedì 29 ottobre, sedici ore di serrata a singhiozzo, due ore a ogni fine turno.
Per la fabbrica che produce componenti per frigoriferi e che dà lavoro a 180 persone, in difficoltà dal 2008, è sempre più concreto il rischio di trasferimento all’estero. “Dopo lo spostamento delle linee dei condensatori – dicono Fim, Fiom e Uilm e rsu – nel nuovo stabilimento in Turchia, la situazione è sempre più preoccupante: a settembre, quando si è firmata la proroga del contratto di solidarietà, l’azienda ha comunicato che è stata spostata la sede di rappresentanza da Borghetto Borbera a Monaco.
Abbiamo chiesto già da questa primavera il piano industriale per conoscere le intenzioni su Borghetto. Ora l’azienda afferma che fino a fine novembre non è in grado di presentare il piano. Ci chiediamo se sia possibile che una multinazionale non sappia cosa intende fare fra pochi mesi, a gennaio”. Il 4 novembre tavolo istituzionale in Provincia con sindaci e parlamentari, “per chiamare – dicono i sindacati – la proprietà alle proprie responsabilità con un piano industriale per il mantenimento di Borghetto anche attraverso strumenti che la politica metta in campo per abbattere i costi”.
A luglio lo sciopero era stato proclamato dopo che l’azienda aveva comunicato sia la chiusura dell’altro sito di Carinaro, in Campania, nonché per la decisione di produrre un nuovo condensatore studiato e sviluppato a Borghetto in Turchia. Inoltre, era emerso che una nuova linea produttiva acquistata in Messico verrà installata sempre nello stabilimento turco. In occasione del corteo l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Enrico Bussalino si era impegnata a fare tutto il possibile per evitare il trasferimento del sito.