Muore in ospedale, imputati medici del San Giacomo
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Sara Moretto - s.moretto@ilnovese.info  
4 Novembre 2013
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Muore in ospedale, imputati medici del San Giacomo

Nel gennaio del 2011, Luigi Bianchi, un anziano 85enne varesino, perse la vita dieci giorni dopo aver subito un intervento chirurgico nella struttura di Voghera per fronteggiare un’infezione all’addome. Per questo decesso andranno a processo cinque dottori dell'ospedale novese, dove l'uomo aveva subito un intervento al femore

Nel gennaio del 2011, Luigi Bianchi, un anziano 85enne varesino, perse la vita dieci giorni dopo aver subito un intervento chirurgico nella struttura di Voghera per fronteggiare un’infezione all’addome. Per questo decesso andranno a processo cinque dottori dell'ospedale novese, dove l'uomo aveva subito un intervento al femore

NOVI LIGURE – Nel gennaio del 2011, all’ospedale di Voghera, Luigi Bianchi, un anziano 85enne varesino, perse la vita dieci giorni dopo aver subito un intervento chirurgico per fronteggiare un’infezione all’addome. Per questo decesso sono stati imputati cinque medici del San Giacomo di Novi, struttura dove l’uomo era finito sotto i ferri per un’operazione al femore nei primi giorni dell’anno.

A causare l’infezione fatale era stato, secondo l’accusa rappresentata dal pm Fabrizio Givri, un frammento di catetere rimasto all’interno della vescica dell’uomo senza che nessuno se ne accorgesse. Il pubblico ministero ha richiesto il rinvio a giudizio, concesso dal gup Enrica Bertolotto che ha fissato la data del processo per il 10 aprile.

Nel corso del procedimento si dovrà verificare se Danilo Zerantola, 59 anni, di Novi, Angelo Mario Raffini, 60, di Borghetto Borbera, Giovanni Sarda, 57, di Valmadonna, Valter Fusco, 38, di Novi, urologo, e Maria Paola Bottaro, 40, di Borghetto Borbera, ovvero i medici che si occuparono del paziente varesino, avrebbero potuto accorgersi della situazione e porre rimedio al catastrofico evolversi del quadro clinico.

Da quanto si legge nel capo d’imputazione, l’anziano fu dimesso quattro giorni dopo l’intervento, nonostante lamentasse dolori all’addome e trasferito nella casa di cura Villa Esperia, luogo dove avrebbe dovuto svolgersi la riabilitazione. Solo un giorno più tardi, l’uomo venne trasportato all’ospedale di Voghera dove, constatati lo stato febbrile, la disidratazione e l’infezione riguardante la zona addominale, fu rilevato il frammento di catetere grazie all’uso della Tac. Bianchi venne quindi sottoposto ad un intervento, ma durante il ricovero in rianimazione, spirò. La posizione dei medici di Villa Esperia e dell’ospedale di Voghera, inizialmente indagati, è stata in seguito archiviata. Si attende ora il processo per il personale novese.

 

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