Comunità montane, Molinari: “I soldi ci sono, nessuno sarà licenziato”
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Giampiero Carbone - g.carbone@ilnovese.info  
9 Novembre 2013
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Comunità montane, Molinari: “I soldi ci sono, nessuno sarà licenziato”

L'esponente della giunta Cota ieri ad Alessandria ha partecipato a un incontro organizzato dalla Cisl Funzione Pubblica con i rappresentanti di tutte le Comunità montane piemontesi, dando garanzie sui posti di lavoro

L'esponente della giunta Cota ieri ad Alessandria ha partecipato a un incontro organizzato dalla Cisl Funzione Pubblica con i rappresentanti di tutte le Comunità montane piemontesi, dando garanzie sui posti di lavoro

COMUNITA’ MONTANE – I soldi per i dipendenti delle Comunità montane ci sono e nessuno sarà licenziato: parola dell’assessore regionale agli enti locali Riccardo Molinari [in foto]. L’esponente della giunta Cota giovedì 7 novembre ad Alessandria ha partecipato a un incontro organizzato dalla Cisl Funzione Pubblica con i rappresentanti di tutte le Comunità montane piemontesi.

Alla presenza anche del segretario regionale della Cisl Funzione pubblica Gian Piero Porcheddu sono state garanzie sui posti di lavoro alla luce del ddl della giunta regionale che individua solo le Unioni montane come unica forma associativa fra i Comuni montani, ddl ancora da approvare dal Consiglio regionale.

Il Fondo per la montagna (15 milioni, sbloccati per ora solo 8) andrà solo alle Unioni
per attuare le funzioni di tutela, promozione e sviluppo della montagna e quelle già attribuite alle Comunità montane, quali la manutenzione ambientale, il turismo, l’artigianato e produzioni tipiche, il servizio scolastico e alla persona.

Riguardo ai fondi, nei giorni scorsi gli amministratori della Comunità Terre del Giarolo avevano lanciato l’allarme per il mancato pagamento degli stipendi di ottobre (poi avvenuto) a causa dei ritardi nell’erogazione dei contributi regionali, attesi da tempo. Spiega Fabrizio Sala (Cisl Fp provinciale): “L’assessore Molinari ha ammesso le difficoltà della Regione non solo nei confronti delle Comunità montane ma anche verso parchi, province e altri enti, situazione che starebbe rientrando. Ci sono poi situazioni specifiche, come la Terre del Giarolo”.

“Con questa legge – dice ancora Sala – è stata fornita un’indicazione chiara ai Comuni e a questo punto i sindaci devono trovare un accordo, specie dove non è ancora stato raggiunto, per permettere ai dipendenti (40 solo nella nostra provincia, ndr) di passare alle dipendenze delle Unioni e garantire i servizi ai cittadini che abitano nelle valli. Nella Comunità Appennino Aleramico Obertengo sono già state costituite tre Unioni, mentre nella Terre del Giarolo non ci sono ancora decisioni in tal senso.

Abbiamo chiesto alla Regione di intervenire di imperio dove prevalgono i campanilismi a scapito dei lavoratori e dei dipendenti, rischiando oltretutto di perdere i fondi europei”. Ma la legge regionale non prevede questa ipotesi: i sindaci, sin dalla legge del 2012, sono lasciati liberi di decidere.
“Ci sono responsabilità da parte degli amministratori pubblici della Terre del Giarolo – dice Mario Badino (Cisl) – nella situazione che si è venuta a creare, anche per gli investimenti sbagliati degli anni scorsi”.

 

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