Aereo sotto sequestro
Sigilli allultraleggero precipitato la scorsa settimana a Vignole Borbera: gli inquirenti vogliono capire le cause dellincidente. Intanto interviene la Federazione Volo: Sono mezzi sicuri
Sigilli allultraleggero precipitato la scorsa settimana a Vignole Borbera: gli inquirenti vogliono capire le cause dellincidente. Intanto interviene la Federazione Volo: Sono mezzi sicuri
L’indomani dell’incidente dell’ultraleggero precipitato a Vignole che stava per costare la vita al pilota alessandrino (se l’è cavata con contusioni guaribili in pochi giorni), ha fatto nascere una serie di interrogativi circa i rischi che questi velivoli, talvolta autocostruiti, comportano per la comunità. Gli abitanti di Vallata Paradiso, dove si è schiantato il velivolo, ricorderanno lo scampato pericolo, poiché se non sono state colpite le abitazioni è stata questione di una manciata di metri.
A Novi l’episodio ha richiamato alla memoria quello che costò la vita circa trent’anni fa a Federico Lanata che pilotò sull’aeroporto Mossi un “primordiale” ultraleggero costruito da un elettricista dell’Italsider. Ma all’epoca le leggi erano meno restrittive.
“Non sono ancora riuscito a parlare con il pilota – dice il consigliere della Fivu, la federazione nazionale di volo ultraleggeri, Michelino Giamosa – e quindi al momento si possono fare solo semplici ipotesi, come un errore umano. Oppure l’aereo potrebbe essere caduto in seguito a uno stallo generato dal tentativo di superare un ostacolo. In seguito a questo incidente, però, potrebbero essersi create inesattezze circa l’attività di volo sull’ultraleggero. Soprattutto quando si parla di aereo autocostruito”.
“Circa 200 su 12 mila sono autocostruiti. Per realizzarlo, attraverso un kit di montaggio fornito da aziende qualificatissime occorrono almeno tre anni di lavoro. Poi seguono i controlli. I piloti sono sempre meticolosi e diffidenti”, spiega Giamosa. In Italia circolano 12 mila ultraleggeri e ogni anno rinnovano la licenza 23 mila piloti. Avvengono svariati incidenti, come da statistica che indica un numero compreso tra i 20 e i 30 l’anno, corrispondenti a una percentuale dell’1 per mille, di cui 6-7 mortali.
“Il numero dei mortali potrebbe suscitare sensazione – conclude Giamosa – ma è un numero molto basso se rapportato a tutte le situazioni della vita, in cui si praticano sport e non solo. Incidenti mortali capitano anche a chi sta in casa. Normalmente si riesce a planare evitando danni gravi al pilota”.