Deposito fuochi d’artificio, il Comune rinuncia
L'amministrazione aveva deciso di andare avanti con il progetto, ma la minoranza si è opposta al progetto e organizzato una partecipata assemblea due settimana fa e una petizione alla quale hanno aderito 400 persone
L'amministrazione aveva deciso di andare avanti con il progetto, ma la minoranza si è opposta al progetto e organizzato una partecipata assemblea due settimana fa e una petizione alla quale hanno aderito 400 persone
Il sito sarebbe stato interrato e protetto oltre che schermato da alberi e piante, come richiesto dalla Regione, che aveva però espresso dubbi per presunti contrasti con il Piano paesaggistico regionale (l’area prescelta è destinata al recupero delle limitate aree a prato stabile e la previsione potrebbe contraddire l’obiettivo di evitare nuove costruzioni) chiedendo di eliminare il deposito dal prg o di trovare un altro sito.
Il Comune aveva deciso di andare avanti e nel progetto preliminare della variante la scelta era stata confermata. In cambio, l’amministrazione comunale avrebbe ottenuto la manutezione del verde in paese e due posti di lavoro per i vignolesi. La minoranza si è opposta al progetto e organizzato una partecipata assemblea due settimana fa e una petizione alla quale hanno aderito 400 persone, secondo i promotori. Il consigliere Paolo Caviglia aveva puntato il dito sulla presunta mancanza di informazione da parte del Comune nei confronti della popolazione e sul deprezzamento del valore delle case limitrofe, oltre che sulla limitazione dell’espansione urbanistica della zona e al potenziale pericolo rappresentato dalla presenza dei fuochi d’artificio.
Scrive il sindaco Giuseppe Teti in una lettera inviata ai vignolesi: “Nel prossimo Consiglio comunale sarà stralciata la voce ‘deposito fuochi pirotecnici’, anche se con i vincoli strutturali da noi richiesti il sito sarebbe stato assolutamente innocuo. Ricordo che se mai il magazzino fosse esploso la più vicina abitazione al sito è quella del sottoscritto. Traiamo le dovute conclusioni sulla pericolosità di un magazzino interrato, circondato da terrapieni. Forse, non tutti sanno che un’attività analoga è presente da tantissimi anni nel cuore di Serravalle. La proposta – conclude Teti – risale a due anni fa, quando sul tema è stato convocato un Consiglio aperto. Dov’era la minoranza che oggi contesta? Forse le elezioni erano troppo lontane?”.