Centro storico, la rinascita parte dal commercio
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Arianna Borgoglio  
11 Dicembre 2013
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Centro storico, la rinascita parte dal commercio

Almeno otto nuovi attività sono nate, negli ultimi due anni, nelle vie centrali di Serravalle. "Nonostante i morsi della crisi, ci sono i segni di grande forza di volontà", racconta Sciutto, ex presidente dell'Associazione Commercianti serravallese

Almeno otto nuovi attività sono nate, negli ultimi due anni, nelle vie centrali di Serravalle. "Nonostante i morsi della crisi, ci sono i segni di grande forza di volontà", racconta Sciutto, ex presidente dell'Associazione Commercianti serravallese

SERRAVALLE SCRIVIA – Nuovi negozi, osterie e luoghi di ritrovo per giovani e meno giovani, e una ventata di vitalità che sembra animare un centro storico considerato dai più ormai morto, una tabula rasa incapace di competere con la visione nostalgica di parecchi anni addietro.

Un principio di rinascita, ecco cosa sta animando le vie centrali di Serravalle Scrivia dove, negli ultimi due anni, si è assistito alla nascita di almeno otto nuove attività commerciali: un concessionario di automobili in piazza Matteotti, un negozio di calzature (l’ex novese Simonassi), un orologiaio e un nuovo atelier di parrucchieri nella centralissima via Berthoud, lo store per appassionati di pesca Carpcorner, il circolo degli Amici del Bardo, l’Osteria e pescheria nel centro storico e, da pochissimi giorni, un negozio di materiali biologici in zona Ca’ del Sole.

E sono previste ulteriori aperture, come ci racconta un entusiasta Michele Sciutto, titolare di un’agenzia immobiliare ed ex presidente dell’Associazione Commercianti di Serravalle Scrivia: “Nonostante i morsi della crisi, che si fanno sentire anche all’interno della nostra comunità, Serravalle ha dato segni di grande forza di volontà nel rimettersi in sesto e ridare ai cittadini i servizi e le comodità di un tempo, senza l’obbligo di recarsi necessariamente in zona Outlet, Iper e Retail”.

Complici anche gli affitti competitivi, che a Serravalle si attestano intorno ai 300 euro per un locale a uso commerciale di medie dimensioni, circa la metà dei prezzi che si possono trovare nelle vie centrali, ad esempio, di Novi Ligure, come testimonia il continuo spopolamento (commerciale, s’intende) di via Roma. Nonostante il riferimento al polo commerciale del colosso Prada Holding, Sciutto ha ribadito: “La concorrenza tra il centro storico e l’Outlet e il centro commerciale Serravalle non esiste, sarebbe persa in partenza. I commercianti locali devono rispettare vincoli, riunioni, budget ridotti e la difficoltà di coordinare e mettere d’accordo una realtà variegata”.

Più che sulla concorrenza, i soci dell’Associazione Commercianti puntano sulla voglia di mettersi in gioco e di dare vita a iniziative che possano attirare serravallesi e non, come i prossimi appuntamenti in vista delle festività natalizie. A parlarcene è la neo presidentessa Marina Carrega, titolare da ventidue anni del bar Fella in piazza Bosio, uno dei locali più conosciuti e amati dai serravallesi, fresca di elezione e ottimista sul riscontro positivo ottenuto in più occasioni, tra cui l’appena trascorsa fiera di San Martino.

“Il Natale è senz’altro l’occasione perfetta per animare le vie del paese e attirare più visitatori possibili, anche dai paesi vicini. Per questo abbiamo deciso quest’anno di dar vita, con la collaborazione dei commercianti locali, a due mercatini natalizi, uno nelle vie centrali di Serravalle e uno nel centro storico, e alla prima edizione del “Percorso del Gusto”, un itinerario tra i negozi del centro che proporranno assaggi e degustazioni dei prodotti e delle prelibatezze tipici delle nostre zone. Inoltre – prosegue Carrega – allestiremo una ricca lotteria a premi, mettendo in palio pacchetti viaggi pagati con i ricavi delle iniziative precedentemente organizzata dalla nostra Associazione, che da sempre si autofinanzia in toto”.

E proprio parlando delle finanze del gruppo, un po’ di rammarico va alla mancata collaborazione con i duecento negozi del Serravalle Outlet, che al momento non hanno ancora espresso la volontà di aderire all’Associazione Commercianti. “Abbiamo proposto un piccolo versamento di 30 euro a ogni negozio dell’Outlet, come quota partecipativa per entrare a far parte dell’associazione, ma non abbiamo ancora ricevuto risposte a causa dei cavilli burocratici che vincolano un complesso commerciale di tali dimensioni – sottolineano Sciutto e Carrega – Se tutti versassero questo contributo annuale, irrilevante per dei negozi di quel livello, avremmo risolto ogni problema economico, e potremmo organizzare più manifestazioni e contribuire a migliorare il nostro paese”.

 

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