Stress da rientro? Superarlo con un libro
Ritagliarsi un po' di tempo per noi, dedicandoci alla lettura, per superare il trauma del ritorno al lavoro. Per voi, scocciati, disillusi e un pochetto depressi, due letture consigliate
Ritagliarsi un po' di tempo per noi, dedicandoci alla lettura, per superare il trauma del ritorno al lavoro. Per voi, scocciati, disillusi e un pochetto depressi, due letture consigliate
CULTURA – “L’Epifania tutte le feste si porta via”. Come annunciato dal vecchio e conosciuto adagio, le festività sono ufficialmente finite. Con la giornata di oggi tutti, ma proprio tutti, fanno ritorno al posto di lavoro. Anche gli studenti, lemmi lemmi, tornano ai banchi. Tutti con qualche chiletto in più e con la convinzione che, alla fine, l’alternarsi di pranzi, cene, parenti e regali non fosse poi così male. Tutti affetti da una condizione che è simbolo della vita frenetica del nuovo millennio: lo stress da rientro.
Non una vera e propria patologia, ma un’improvvisa condizione di disagio, spossatezza e depressione e che in alcuni casi deriva portando sintomi come ansia, insonnia, nervosismo e spossatezza eccessiva. In questi casi si sente parlare di “Book Therapy”, ovvero: perché non affrontare il trauma del ritorno cercando di ritagliare almeno un angolino della giornata tutto per voi e dedicandovi alla lettura di un buon libro? Ecco qualche consiglio.
Se l’idea di tornare a lavoro proprio non vi va giù e per voi la sindrome da rientro si traduce in un odio indiscriminato contro mondo e società, quale lettura migliore (forse) se non la provocatoria e disillusa visione della vita racchiusa nel più celebre romanzo dell’americano Chuck Palahniuk, “Fight Club”?Pubblicato nel 1996, l’opera di questo autore culto ruota attorno alla figura dell’anonimo protagonista, un giovane disilluso dalla vacuità della società consumistica, immobile in una vita di costruita su menzogne e fallimenti. La sua unica valvola di sfogo: incontri di boxe clandestini nei sotterranei. Sarà questa la via per riscattare la propria esistenza da un mondo costruito sulle menzogne?
Se la vostra visione del ritorno a lavoro è più incentrata sulla rassegnazione, se quello che vi serve è una buona dose di humour e ironia, condito da un pizzico di crudeltà, il libro che fa per voi è “Stupore e tremori” di Amélie Nothomb, scrittrice belga classe 1967 nata in Giappone. Il titolo stesso richiama all’atteggiamento che deve portare il giapponese davanti all’imperatore, in nome della deferenza verso di lui e del terribile rispetto che egli incute. Ed è questo stesso atteggiamento quello che tiene la protagonista, Amélie, verso i suoi colleghi della Yuminoto, dove è stata assunta come interprete.
La giovane protagonista, arrivata in Giappone piena di entusiasmo e speranze, si scontra con un ambiente in cui gli individui sono numeri e dove, se lei dovesse essere una cifra, sarebbe zero. Ma “Stupore e tremori” non si limita ad essere un elenco di disgrazie subite da un’occidentale in quel, talvolta incomprensibile, paese che è il Giappone. Le disavventure della donna sono vissute sempre con comicità e umorismo, in questo originale spaccato della società giapponese.