… CON UN LIBRO NELLO ZAINO – Buon compleanno Edgar Allan Poe
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Sara Moretto - s.moretto@ilnovese.info  
23 Gennaio 2014
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… CON UN LIBRO NELLO ZAINO – Buon compleanno Edgar Allan Poe

L'anno 1809, il 19 gennaio nasceva a Boston il controverso ed enigmatico autore statunitense, autore di opere capaci di suscitare inquietudini e turbamento ancora nei lettori del XXI secolo

L'anno 1809, il 19 gennaio nasceva a Boston il controverso ed enigmatico autore statunitense, autore di opere capaci di suscitare inquietudini e turbamento ancora nei lettori del XXI secolo

NOVI LIGURE – Cadeva nella giornata di domenica 19 gennaio l’anniversario della nascita di un autore controverso ed enigmatico, considerato uno dei maggiori esponenti del racconto gotico ed identificato dalla tradizione come il fondatore del racconto poliziesco, del giallo psicologico, ma soprattutto della letteratura dell’orrore. Di chi parliamo? Ovviamente di Edgar Allan Poe.  

Nato nel 1809, Poe è vissuto  in un secolo permeato fin nel midollo da valori romantici, ideali e patriottici, del quale non ha esitato a mostrarci il volto più nero, cupo e conturbante, mettendo sulla carta quelle che da sempre sono le più ancestrali paure dell’uomo, riuscendo a suscitare timore ancora in noi, moderni abitanti del XXI secolo.

Partiamo…

“E allor lassù mirando quel nero uccello assiso,
il suo grave contegno mi diè lieve un sorriso.
– Rasa hai la cresta, – dissi, – ma un vinto non sarai.
Corvo spettral che vieni tristo dai regni bui,
parla, qual’ è il tuo nome, laggiù nei regni bui?
E il corvo: mai più!”

Come avrete capito, ci avvicineremo ad Edgar Allan Poe non con un racconto, ma riscoprendolo come poeta. I versi riportati sono tratti da “The Raven”, ovvero “Il Corvo”. Inserito nella raccolta “Il Corvo ed altre poesie”, pubblicato per la prima volta nel 1845 sul New York Evening Mirror, il componimento racconta della visita di un corvo parlante ad un uomo distrutto dalla morte dell’amata. Interpellato con sempre maggior turbamento, lo spettrale animale risponde solo “Nevermore”, “Mai più”, sprofondando il protagonista nella pazzia.

In questa poesia compare chiaro quello che è il tratto distintivo di gran parte delle opere dell’autore statunitense, ovvero ciò che lo stesso Poe identifica come “L’umana sete di auto-tortura”. Già prima della visita del corvo, il protagonista e voce narrante è in preda all’ansia, per non dire al terrore, in attesa di una visita del suo amor perduto, scosso da quella paura e da un’angoscia che solo la “Colpa”, vera protagonista nei racconti e nella lirica di Poe, può dare. Non è l’animale, né la tremenda frase scandita ossessivamente “Mai più”, la reale tortura inflitta all’uomo. Essa è presente fin dal primo verso nel suo animo. 


Cosa rende attuale e destabilizzante questo autore dell’Ottocento? Perché è capace di turbare generazioni abituate ad una cinematografia horror che spazia da film come “L’esorcista”, “Suspiria” fino alla più recente saga di “Saw”, passando per “Venerdì 13”, “Nightmare” e diverse apocalissi zombie? Basta leggere un componimento poetico come “Il Corvo” per darsi risposta: in Poe l’orrore viene da una presenza ineludibile ed insita nell’animo umano, la “Colpa”.

Per mantenere l’atmosfera creata nella rubrica di oggi, la gita ideale prevede una tappa in quello che si può definire un particolare museo a cielo aperto dell’arte ottocentesca: il cimitero monumentale genovese di Staglieno. Il controverso filosofo Nietzsche, i letterati Maupassant e Mark Twain, l’imperatrice Elisabetta d’Austria, meglio conosciuta come principessa Sissi, sono solo alcuni dei grandi della storia che hanno percorso le grandi gallerie monumentali e i viali del pittoresco al cimitero.

Tra le sue mura riposano figli illustri del capoluogo ligure come Giuseppe Mazzini, l’attore Gilberto Govi e il cantautore Fabrizio De André.
Un luogo ricco di fascino, di storia e poesia. Imperdibili alcuni monumenti funebri, come la tomba Delmas [in foto], toccante e malinconica scultura dedicata dallo scultore Orengo alla giovane Francesca Delmas, morta a soli 25 anni nel marzo 1908 e la Gorlero, con l’angelo posto a custodia del sepolcro, circondato da misteriosi i simboli egizi, come la piramide che da sfondo all’ingresso della cappella.

 

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