Incidente ferroviario, dopo dieci anni arriva il processo d’appello
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Arianna Borgoglio  
27 Gennaio 2014
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Incidente ferroviario, dopo dieci anni arriva il processo d’appello

Il 16 maggio del 2004 il deragliamento del treno Livorno-Torino, in viaggio lungo la località di Libarna, causò una vittima, trentanove feriti, un'abitazione distrutta e gravi danni alla linea. A sei anni dalla sentenza di primo grado è stato fissato a Torino il processo di appello

Il 16 maggio del 2004 il deragliamento del treno Livorno-Torino, in viaggio lungo la località di Libarna, causò una vittima, trentanove feriti, un'abitazione distrutta e gravi danni alla linea. A sei anni dalla sentenza di primo grado è stato fissato a Torino il processo di appello

SERRAVALLE SCRIVIA – Un morto, trentanove feriti, un’abitazione distrutta e gravissimi danni alla linea ferroviaria e al convoglio passeggeri in viaggio lungo la località Libarna, a Serravalle Scrivia. Questo il tragico bilancio dell’incidente avvenuto una lontana domenica del 2004, il 16 maggio, quando deragliò il treno Livorno-Torino causando la morte della passeggera sessantasettenne Edda Di Maio, di Torino. A quasi dieci anni ormai dall’incidente, e a sei dalla sentenza di primo grado, è stato fissato a Torino il processo d’appello, previsto per il prossimo 15 aprile.

Ricordiamo che già nel 2008, e più precisamente il 16 giugno, il tribunale condannò a undici anni e otto mesi quattro fra manager e tecnici Rif e il titolare dell’impresa che stava eseguendo lavori di rinnovamento e risanamento del tronco Alessandria-Arquata, con l’accusa di disastro ferroviario e omicidio colposo. Furono condannati Mario Salvatore Nicolini, capo unità territoriale Genova Nodo, Andrea Barsotti, direttore dei lavori, (due anni e sei mesi ciascuno), Carlo Alberto Tobaldi, responsabile direzione compartimentale e Giampiero Parodi, capo reparto infrastutture, tutti di Genova (due anni ciascuno), e infine anche Enrico Valditerra, di Novi Ligure, amministratore unico della omonima società, condannato a un anno e otto mesi di reclusione.

Secondo l’accusa, la causa dell’incidente fu una serie di omissioni, in primis il mancato pretensionamento del binario sul quale erano in corso lavori, un’operazione fondamentale per evitare dilatazioni dell’acciaio in caso di sbalzi termici. Infatti, quella maledetta domenica, il caldo era notevole, un fattore da tenere in considerazione durante le indagini di accertamento. Nonostante il processo d’appello, è comunque possibile che l’accusa di omicidio colposo cada in prescrizione, visto il notevole lasso di tempo trascorso.

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