Terzo Valico, no al trasporto su ferrovia per lo smarino
Rfi, la società del gruppo Fs committente della linea ad alta velocità-alta capacità ha bocciato il progetto per il trasporto su rotaie dello smarino da Arquata Scrivia a Novi Ligure. La modifica al piano del traffico era stata richiesta dai sindaci e messa nero su bianco da Cociv
Rfi, la società del gruppo Fs committente della linea ad alta velocità-alta capacità ha bocciato il progetto per il trasporto su rotaie dello smarino da Arquata Scrivia a Novi Ligure. La modifica al piano del traffico era stata richiesta dai sindaci e messa nero su bianco da Cociv
Già ritenuto inapplicabile il medesimo progetto per il cantiere di Castagnola (Fraconalto) per l’impatto troppo pesante del maxi nastro trasportatore sulla valle del rio Traversa diretto alla stazione di Borgo Fornari (Ge), lo scorso anno era stata invece considerata valida la proposta riferita al cantiere di Radimero, ad Arquata, dove Cociv è autorizzato a scavare il pozzo per calare la talpa con la quale verrà realizzato il tunnel di valico. Un nastro trasportatore coperto avrebbe veicolato lo smarino fino alla Cementir e da lì sarebbe dovuto finire sui vagoni per arrivare poi a Novi San Bovo. Per raggiungere le cave di deposito sarebbe stato nuovamente caricato su camion.
Una soluzione utile a eliminare dalle strade centinaia di camion ad Arquata, diretti al casello autostradale della A7 di Vignole Borbera, non prevista però per il vicino cantiere di Libarna, a Serravalle Scrivia. In teoria, maggiore la sicurezza per il rischio amianto, visto che ad Arquata la Regione ha calcolato il 50% di presenza di rocce serpentinifere (potenzialmente contenenti amianto). Tra gli aspetti negativi, il fatto che Cociv intendeva attivare questa soluzione solo a partire dal 2016: prima si sarebbero comunque utilizzati i camion
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Rfi non spiega i motivi della bocciatura. Oltre alle strade di Arquata, a rischiare concretamente il congestionamento è il casello di Vignole. La Regione, nell’approvare il piano cave del Terzo valico, ha scritto: “Permangono i problemi di immissione dei veicoli pesanti da e per il casello verso la strada provinciale 140, connessi alla geometria dell’incrocio e alla oggettiva pericolosità che già oggi si manifesta con un alto rischio di incidentalità”.
L’assessore vignolese Alessandro Scopigno dice: “Anche con l’uso della ferrovia il casello sarebbe stato impraticabile per i camion che dovranno approvvigionare i cantieri di Arquata e Serravalle. Noi intendiamo tutelare la sicurezza dei cittadini come chiediamo almeno dal 2009. Servono risposte chiare, anche su questioni di altro genere come le polveri sottili e altri materiali che potrebbero venire estratti durante gli scavi, amianto a parte”. Una soluzione potrebbe essere l’arretramento del casello rispetto alla sp 140 ma la società Autostrade parla di 5-10 milioni di euro di costi.