Tav, protocollo amianto sempre provvisorio
Presentato il lavoro del tavolo regionale ma nessuno ha i dati sull'utilità dell'opera da 6,2 miliardi
Presentato il lavoro del tavolo regionale ma nessuno ha i dati sull'utilità dell'opera da 6,2 miliardi
Alberto Mallarino, rappresentante dei sindaci in Regione, ha parlato di “informazione allarmistica” sull’argomento (lo stesso non parla con i giornalisti da mesi) e ha ricordato che fra i punti della moratoria firmata da sindaci un anno fa c’era proprio la tutela del rischio amianto. Un protocollo ancora in fase provvisoria, come ha spiegato l’ingegner Carpi della Regione, prescritto dalla determina con la quale, il 2 agosto 2013, il Ministero ha autorizzato Cociv ad avviare i lavori in via anticipata. “La versione attuale – ha detto – non è ancora quella definitiva e deve ancora essere approvata dall’Osservatorio Ambientale, per cui non è ancora vincolante per Cociv. Il protocollo si adeguerà alle tecniche di scavo di Cociv. Il rischio di trovare rocce contenente potenzialmente amianto, seppure minimo, rimane sempre a Voltaggio, per questo è importante la presenza del geologo in galleria”. Geologo che arriva dal Politecnico di Torino ed è pagato da Cociv, come è emerso nei giorni scorsi, poiché l’Arpa non può avere tutti i giorni il suo personale in cantiere. Anche il laboratorio analisi in cantiere non sarà pubblico ma del Politecnico poiché “i soldi non ci sono”.
“E’ importante – ha detto il direttore dell’Arpa regionale Robotto – che Cociv segua le indicazioni del protocollo. I risultati dei controlli devono essere confrontabili. In caso di discrepanze scattano i provvedimenti di legge. Abbiamo una rete di centraline vicino al cantiere e in paese a Voltaggio per controllare la presenza nel’aria di fibre di amianto”. Finora tutti i numerosi controlli eseguiti hanno dato esito negativo in tal senso. Nessuno però ha spiegato cosa avverrà nel caso i cui l’amianto venga trovato, né procedure di raccolta né di smaltimento né i costi di queste operazioni.
Gianni Repetto (associazione Afa) ha chiesto se esiste un atto formale del protocollo e se Arpa e Asl lo conoscono. “Sì. E’ una prescrizione della determina ministeriale del 2 agosto – ha spiegato la dottoressa Giunta della Regione – dopo l’approvazione da parte del Ministero dell’ambiente”. “Quello non è il protocollo – ha ribattuto Repetto –. E’ l’atto che vincola a rispettarlo, piuttosto”. I dubbi sull’utilità del Terzo valico sono tornati a galla quando la dottoressa Lezzi di Rfi ha affermato, rispondendo al pubblico, che l’analisi costi benefici (documento sulla base del quale si può stabilire a cosa serve il supertreno) esiste ed è agli atti, consegnata a ogni Comune. Silenzio dai sindaci, che con Valerio Cassano, padrone di casa, hanno ammesso di non aver mai visto quell’atto solo dopo una domanda di un cittadino. Un argomento che viene considerato quansi secondario dagli amministratori locali, almeno dalla maggior parte.