Cementir, il pet coke dimenticato
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Giampiero Carbone - redazione@novionline.it  
26 Febbraio 2014
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Cementir, il pet coke dimenticato

Nel processo a carico dell'ex direttore Laudicina emerge che nel dare l'ok all'Aia la Provincia non ha tenuto conto del combustibile e delle sue emissioni

Nel processo a carico dell'ex direttore Laudicina emerge che nel dare l'ok all'Aia la Provincia non ha tenuto conto del combustibile e delle sue emissioni

ALESSANDRIA – L’uso del pet coke, combustibile ricavato dallo scarto del petrolio, dimenticato dalla Provincia nel rilasciare l’Aia alla Cementir. Il dato è emerso ieri ad Alessandria nell’udienza del processo ai danni di Leonardo Laudicina, ex direttore del cementificio di Arquata Scrivia, che deve rispondere di superamento dei limiti nelle emissioni di polveri e di odori tra il 2008 e il 2010.
A sostenere l’esistenza di questa “dimenticanza” è stato Lorenzo Veronese, consulente delle parti civili (difese da Vittorio Spallasso, Giuseppe Lanzavecchia e Laura Pianezza).
“Il pet coke, impiegato dalla Cementir come combustibile, non era citato nell’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) rilasciata dalla Provincia”, ha dichiarato.
Il tecnico ha affermato di aver trovato su salvia e altre piante nei giardini delle case vicine alla fabbrica notevoli quantità di idrocarburi policiclici aromatici (Ipa), “provenienti dall’utilizzo del pet coke, uno scarto del petrolio, da parte della Cementir, ma nell’Aia del 2008, la prima ottenuta dall’azienda, non c’è alcun riferimento. Per l’impiego di tale combustibile è infatti necessario adottare impianti di abbattimento, ad Arquata non installati. L’Aia è stata rilasciata con superficialità sotto questo aspetto”. Di recente, in sede di rinnovo dell’Aia, è emerso che nel 2008 non era stata neppure valutata la presenza delle abitazioni.
Secondo Giancarlo Fruttuoso, consulente della difesa (avvocato Guido Fracchia), “è normale la presenza degli Ipa utilizzando il pet coke. I dati della parte civile sono stati oggetto di un confronto con altri dati? L’Arpa nel 2012 non ha rilevato alcun superamento nei campionamenti. Cementir ha fatto il possibile per evitare problemi, per esempio innalzando il camino”. L’avvocato Fracchia ha ribadito la richiesta di oblazione (pagando si cancella il reato): “Il forno, causa delle emissioni, è spento da otto mesi”. Spallasso ha depositato alcune foto di auto e persiane coperte di polvere.
Il primo aprile il giudice Gianluigi Zulian deciderà se accogliere la richiesta di oblazione o se andare a sentenza. Laudicina è già stato condannato in un primo processo e ora è in corso il peocedimento per il risarcimento dei danni alle decine di parti civili.
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