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Maxi evasore da 6,6 milioni ad Arquata
Gianmaria Zaniboni, residente in paese, accusato di aver evaso milioni insieme al genovese Antonio Gallo intestando a parenti e conoscenti società fantasma.
Gianmaria Zaniboni, residente in paese, accusato di aver evaso milioni insieme al genovese Antonio Gallo intestando a parenti e conoscenti società fantasma.
ARQUATA SCRIVIA –
La Guardia di Finanza di Genova ha beccato un maxi evasore residente ad Arquata ma operante nel capoluogo ligure nel settore immobiliare. Si tratta di Gianmaria Zaniboni, 43 anni, titolare di una ditta di sanitari e di arredo bagno a Marassi (Genova) fallita nel 2012. Le Fiamme gialle gli hanno sequestrato parte della villa dove risiede.
L’imprenditore è finito nei guai per aver evaso, secondo la Gdf, ben 6,6 milioni di euro insieme ad Antonio Gallo, 44 anni, imprenditore immobiliare, domiciliato nel capoluogo ligure e titolare di una residenza falsa in Argentina. I due devono rispondere di reati finanziari nonché fallimentari.
Dalle indagini è emerso che l’evasione veniva attuata acquistando con spese non elevate case e capannoni nel capoluogo ligure e nei dintorni, comprese le zone alluvionate, poi sistemate. Per esempio, in un caso, dopo aver comprato per 60 mila euro, rivendevano per 300 mila.
Il problema sta nel fatto che per effettuare tali operazioni Zaniboni e Gallo, secondo la Gdf, utilizzavano società intestate a prestanome, assoldati per pochi euro. Le ditte venivano quindi ripulite dei guadagni ricavati dalle cessioni degli immobili e fatte fallire. Società che gli investigatori hanno definito “fittizie”, cioè create ad arte, senza presentare nessuna denuncia al fisco.
Presi forse da qualche scrupolo, ma solo burocratrico, i due talvolta presentavano la dichiarazione dei redditi ma poi non pagavano le tasse.
Così riuscivano a mantenere un elevato tenore di vita alla faccia degli altri contribuenti, senza far risultare in alcun documento i loro nomi.
Per arrivare ai due maxi evasori totali la Gdf hanno svolto indagini e accertamenti andando indietro negli anni, fino al 2005. Una volta materializzati, i due si sono visti mettere sotto sequestro i loro beni: a Zaniboni è toccata metà della sua villa (l’altra appartiene alla moglie) di Arquata, dove abita. Fra gli intestari delle società fantasma, parenti di Zaniboni e Gallo, persone in difficoltà economiche e fisiche, assoldati per poche migliaia di euro e ora anche loro finiti nei guai: in 16 sono stati denunciati dalle Fiamme Gialle.
L’imprenditore è finito nei guai per aver evaso, secondo la Gdf, ben 6,6 milioni di euro insieme ad Antonio Gallo, 44 anni, imprenditore immobiliare, domiciliato nel capoluogo ligure e titolare di una residenza falsa in Argentina. I due devono rispondere di reati finanziari nonché fallimentari.
Dalle indagini è emerso che l’evasione veniva attuata acquistando con spese non elevate case e capannoni nel capoluogo ligure e nei dintorni, comprese le zone alluvionate, poi sistemate. Per esempio, in un caso, dopo aver comprato per 60 mila euro, rivendevano per 300 mila.
Il problema sta nel fatto che per effettuare tali operazioni Zaniboni e Gallo, secondo la Gdf, utilizzavano società intestate a prestanome, assoldati per pochi euro. Le ditte venivano quindi ripulite dei guadagni ricavati dalle cessioni degli immobili e fatte fallire. Società che gli investigatori hanno definito “fittizie”, cioè create ad arte, senza presentare nessuna denuncia al fisco.
Presi forse da qualche scrupolo, ma solo burocratrico, i due talvolta presentavano la dichiarazione dei redditi ma poi non pagavano le tasse.
Così riuscivano a mantenere un elevato tenore di vita alla faccia degli altri contribuenti, senza far risultare in alcun documento i loro nomi.
Per arrivare ai due maxi evasori totali la Gdf hanno svolto indagini e accertamenti andando indietro negli anni, fino al 2005. Una volta materializzati, i due si sono visti mettere sotto sequestro i loro beni: a Zaniboni è toccata metà della sua villa (l’altra appartiene alla moglie) di Arquata, dove abita. Fra gli intestari delle società fantasma, parenti di Zaniboni e Gallo, persone in difficoltà economiche e fisiche, assoldati per poche migliaia di euro e ora anche loro finiti nei guai: in 16 sono stati denunciati dalle Fiamme Gialle.