Kme, lavoratori sul filo del rasoio tra tensione e incertezza
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Arianna Borgoglio  
6 Marzo 2014
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Kme, lavoratori sul filo del rasoio tra tensione e incertezza

L'azienda ha stabilito un premio di risultato di 450 euro netti. “Abbiamo accettato per dimostrare la nostra intenzione di proseguire con le trattative – spiega Angelo Paternò – Tuttavia, non siamo affatto soddisfatti, non è una soluzione definitiva". Chiesto dai sindacati un incontro con l'azionista

L'azienda ha stabilito un premio di risultato di 450 euro netti. ?Abbiamo accettato per dimostrare la nostra intenzione di proseguire con le trattative ? spiega Angelo Paternò ? Tuttavia, non siamo affatto soddisfatti, non è una soluzione definitiva". Chiesto dai sindacati un incontro con l'azionista

SERRAVALLE SCRIVIA – Continuano le assemblee tra sindacati e vertici della Kme, in un clima di incertezza e tensione che tiene i lavoratori sul filo del rasoio. Ad oggi, è stato fatto il punto della situazione, specialmente riguardo le misure compensative proposte dall’azienda, uno dei poli industriali più importanti della nostra zona: Kme ha stabilito un premio di risultato di 450 euro netti, un provvedimento volto a rispettare e mantenere valido l’accordo stipulato nell’aprile 2013.

“Abbiamo accettato il denaro perchè i lavoratori se lo meritano, e soprattutto per dimostrare la nostra intenzione di proseguire con le trattative – ha sottolineato il sindacalista Fiom Angelo Paternò – Tuttavia, non siamo affatto soddisfatti del provvedimento preso da Kme, non è assolutamente una soluzione definitiva ed efficace, e la preoccupazione rimane, sia da parte nostra che da parte dei dipendenti”. Una soluzione temporanea, insomma, che sembra non soddisfare appieno nessuna delle parti coinvolte.

Per questo, ribadisce Paternò: “Non possiamo accontentarci, se non c’è lavoro, non c’è un futuro reale per nessuno, e questo non ce lo possiamo permettere, perchè i lavoratori sono la nostra priorità. Noi chiediamo ancora una volta un piano industriale concreto ed efficace, un progetto che chiarisca una volta per tutta quale sarà il destino dello stabilimento di Serravalle e di quelli sul suolo nazionale”. Proprio per questo i sindacati hanno chiesto un incontro con l’azionista del gruppo Kme per conoscere la situazione e gli eventuali sviluppi futuri, e magari ottenere finalmente il tanto auspicato piano industriale, una speranza che persiste da tre anni a questa parte.

Sono piuttosto pessimista sulle sorti dell’incontro, non so quando ma soprattutto se avverrà – afferma Paternò con preoccupazione – ma noi non ci scoraggeremo, e andremo avanti per tutelare i diritti dei lavoratori”. Lo spauracchio temuto dal sindacato è la mancanza di un progetto vero e proprio che possa dare speranza al futuro dell’azienda, e che le misure compensative vengano utilizzate dalla Kme come palliativo per il 2014. L’incontro con l’azionista, in data ancora da destinarsi, fa sperare in una linea di azione più mirata e attenta al lavoro per il futuro 2015.

 

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