Antichi reperti a Radimero nel cantiere Tav?
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Antichi reperti a Radimero nel cantiere Tav?

Il ritrovamento di alcuni reperti avrebbe temporaneamente bloccato il cantiere del Terzo Valico a Radimero. Sopralluogo della Sovrintendenza,insieme ai tecnici comunali. Da Cociv, al momento, nessuna conferma. Intanto i sindaci sono stati convocati martedì prossimo a Roma dal ministro Lupi

Il ritrovamento di alcuni reperti avrebbe temporaneamente bloccato il cantiere del Terzo Valico a Radimero. Sopralluogo della Sovrintendenza,insieme ai tecnici comunali. Da Cociv, al momento, nessuna conferma. Intanto i sindaci sono stati convocati martedì prossimo a Roma dal ministro Lupi

ARQUATA SCRIVIA – Non si fermano le ruspe di Cociv, il consorzio di imprese per la realizzazione del Terzo Valico dei Giovi, neppure davanti al ritrovamento di antichi reperti che potrebbero appartenere all’antica città romana di Libarna, i cui scavi ancora visibili distano una manciata di chilometri, verso Serravalle. Sul posto, ieri mattina, sono arrivati i carabinieri che hanno accompagnato i tecnici del comune di Arquata, insieme agli architetti della Sovrintendenza dei beni archeologici. In comune, per ora, si brancola nel buio, in attesa di conoscere l’origine del ritrovamento. “Secondo la prassi – dice il sindaco Paolo Spineto – i lavori dovrebbero fermarsi”. Ma il condizionale è d’obbligo. E infatti anche da Cociv arriva la conferma che “il cantiere è regolarmente operativo”. 
A lanciare la notizia del ritrovamento sono stati i movimenti No Tav, attraverso il sito internet e i social. “Puntuali come orologi svizzeri, nel giorno in cui il movimento annunciava la marcia popolare di Arquata del 5 Aprile, una squadretta di 4 operai e una ruspa è tornata timidamente ad affacciarsi al cantiere di Radimero – scrivono – dove secondo i piani del Cociv dovrebbe essere portata “la talpa” per lo scavo del tunnel di valico direzione Genova.” E, sorpresa, “Da uno scavo profondo circa un paio di metri sembrerebbe essere affiorato qualcosa che noi, non essendo archeologi, non siamo in grado di capire ma che ha stuzzicato la nostra curiosità e preoccupazione”. Fare due più due è fin troppo facile: “Proprio recentemente, nel territorio di Arquata è stata rinvenuta la porta Sud della città romana che dista in linea d’aria alcune centinaia di metri dal cantiere di Radimero. Se a questo si aggiunge che nel progetto definitivo del Terzo Valico l’area del cantiere di Radimero è catalogata zona a rischio archeologico alto, crediamo che possa essere condivisibile e compresa da tutti la nostra preoccupazione”.
Spetterà, ovviamente, ai tecnici della Sovrintendenza trarre le conclusioni che dovrebbero arrivare a giorni. 
Quel che, invece, è certo, è che i sindaci dei diciannove comuni interessati all’opera sono stati convocati martedì prossimo, 11 marzo, a Roma dal ministro Maurizio Lupi. L’oggetto della convocazione è piuttosto generico: «terzo valico dei Giovi». I sindaci si aspettano però di ricevere risposte alle domande più volte poste: garanzie per le fonti idriche, protocollo amianto, piano traffico. Ciascuno dei sindaci porta a Roma il proprio pezzo di richiesta: Serravalle Scrivia aveva approvato una delibera urgente in cui si chiedeva lo storno di fondi per portare avanti il progetto della circonvallazione; Vignole vorrebbe l’ampliamento del casello autostradale, che rischia il collasso per l’incremento dei passaggi dei mezzi pesanti; Novi ha in ballo l’eliminazione dello shunt (collegamento tra la linea ad alta velocità e la linea tradizionale). C’è anche la richiesta dei sindaci di poter utilizzare lo scalo ferroviario Cementir per trasportare lo smarino da Arquata a Novi, evitando di utilizzare camion. Ma sul punto Rfi aveva scritto, nero su bianco, che l’investimento di 43 milioni di euro per adeguare la linea non era prevedibile.
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