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    Andrea Vignoli  
    9 Marzo 2014
    ore
    00:00 Logo Newsguard

    La Cappella Viano, quando nei prati di Praga si pregava

    Costruita nel Settecento dall'omonima famiglia, la piccola chiesetta oggi è diroccata e in cattivo stato di conservazione". Qualcuno è arrivato addirittura a sollevare le lapidi - spiega il proprietario, Mauro Viani -, scavare le sepolture e rubare i crani delle persone seppellite"

    Costruita nel Settecento dall'omonima famiglia, la piccola chiesetta oggi è diroccata e in cattivo stato di conservazione". Qualcuno è arrivato addirittura a sollevare le lapidi - spiega il proprietario, Mauro Viani -, scavare le sepolture e rubare i crani delle persone seppellite"

    NOVI LIGURE – Non occorre essere vissuti nell’Ottocento per ricordare quando, tra Novi e Serravalle, vi era una distesa di prati. La zona da sempre è stata chiamata “Praga”, non per una qualche attinenza con la capitale ceca, ma proprio per indicare una distesa di prati. Prima dell’arrivo dell’Outlet e del Retail Park, la zona era intensamente coltivata e i prati erano punteggiati da cascine e case sparse. Ora le poche case rimaste sono chiuse tra le due corsie della strada 35 bis e la ferrovia alle spalle.

    Il luogo abbandonato e dimenticato di cui ci occupiamo oggi è una piccola chiesetta a base ottagonale che è difficile notare, passando di fretta lungo la statale. Non è stato facile trovare informazioni su questa curiosa costruzione che versa in stato di abbandono ma, per fortuna, abbiamo scoperto non essere dimenticata. Si tratta di una piccola cappella votiva, costruita come pertinenza della Villa Viani che ora resta dall’altra parte della strada e ancora oggi abitata dai discendenti della antica famiglia di origine toscana, trasferitasi nelle nostre terre nel Settecento. È a quel periodo che risale la cappella, che ospitava anche le sepolture delle famiglia. Si tratta quindi, più che di una cappella, di una tomba.

    Scriveva però Sant’Ambrogio, nel IV secolo dopo Cristo: “Era giusto che l’aula del Sacro Battistero avesse otto lati, perché ai popoli venne concessa la vera salvezza quando, all’alba dell’ottavo giorno, Cristo risorse dalla morte”. La forma ottagonale è quindi riservata ai battisteri o alle tombe, come simbolo di resurrezione e vita eterna. Come è possibile notare in quasi tutte le chiese, le fonti battesimali hanno forma ottagonale.

    La cappella presenta il suo ingresso rivolto dalla parte opposta alla strada, invisibile per chi passa in auto. Il motivo di questa strana collocazione è presto spiegato: un tempo la strada da Novi a Serravalle non passava dove è ora, ma giusto di fronte alla cappella, qualche metro più a nord. La visione satellitare ci permette di notare ancora qualche traccia della vecchia strada, confermata da una antica mappa che abbiamo potuto visionare.

    La cappella, dedicata al santo nome della Vergine Maria, per chi volesse fermarsi a visitarla, si presenta in cattivo stato di conservazione. La porta di accesso è rotta e spalancata, e conduce in un piccolo atrio quadrato in cui è presente un altare semidistrutto. Dietro l’altare è ancora visibile un affresco di una Madonna con Bambino. Dalla stanza quadrata si accede, sia a destra che a sinistra, a un corridoio con andamento ottagonale (che dà forma all’esterno della cappella) spoglio, in cui resta solo una lapide tombale sollevata e appoggiata contro il muro.

    A darci tutte le informazioni sulla costruzione è il proprietario, Mario Viani, ancora residente nella vecchia e magnifica villa di famiglia da lui trasformata in uno storico tempio della forma fisica, noto a molti. Lì infatti è ancora attiva la palestra Viani, fondata alla fine degli anni Sessanta, quando in Italia i termini fitness e body building erano sconosciuti e la palestra era quasi sempre il campo, e l’attrezzo la zappa. Con passione e lungimiranza Viani fondò una delle prime palestre del Piemonte, che divenne punto di riferimento per tutti gli appassionati della forma fisica.

    “La cappella è mia – ci dice Viani – la fece costruire la mia famiglia nel Settecento e cerco in qualche modo di tenerla su, ma è una battaglia persa contro ladri e vandali”. Viani si è occupato, a spese sue, di rimettere in sesto il tetto per impedire infiltrazioni che avrebbero dato il colpo di grazia alla struttura.
    “La porta ormai resta aperta, viste le decine di volte che è stata sfondata. Qualcuno è arrivato addirittura a sollevare le lapidi, scavare le sepolture e rubare i crani delle persone seppellite. Hanno anche cercato di staccare l’affresco della Madonna, ma per fortuna non sono riusciti. Almeno finora. Quando è stato fatto l’outlet mi chiesero di comprarla, ma dissi chiaramente di no. Oltretutto, per fortuna, la legge italiana vieta di vendere le chiese. Fino al dopoguerra ci si diceva ancora messa”.

    A poche decine di metri dalla cappella sorge in centro commerciale McArthurGlen. Un posto nuovo fatto imitando il vecchio, l’architettura dei nostri centri storici. La cappella, che storica la è davvero, sta crollando. Nonostante i milioni di visitatori, e i milioni di fatturato, ci stiamo perdendo un altro pezzo della nostra storia.

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