Terzo valico, l’Afa: “Intervenga l’Unione Europea”
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Giampiero Carbone - redazione@novionline.it  
10 Marzo 2014
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Terzo valico, l’Afa: “Intervenga l’Unione Europea”

L'associazione ha inviato un esposto al commissario all'ambiente Janez Potocnik: "Per l'ex cava Cementir nessuno, nè la Regione nè il Parco Capanne, ha fornito la valutazione di incidenza prevista per legge"

L'associazione ha inviato un esposto al commissario all'ambiente Janez Potocnik: "Per l'ex cava Cementir nessuno, nè la Regione nè il Parco Capanne, ha fornito la valutazione di incidenza prevista per legge"

VOLTAGGIO – Sul Terzo valico intervenga l’Unione Europea”. Lo chiede l’associazione Amici delle Ferrovie e dell’Ambiente (Afa) la quale, insieme a Legambiente Vallemme, ha presentato un esposto al commissario europeo all’ambiente Janez Potocnik, chiedendo un intervento sulla situazione che si è venuta a creare all’interno del Sito di importanza comunitaria (Sic) IT 1180026 Capanne di Marcarolo, che in alta Vallemme, nel territorio di Voltaggio, comprende l’ex cava Cementir.

Qui Cociv ha già cominciato a depositare parte dello smarino scavato nel vicino cantiere del Terzo valico: in totale saranno 1,3 milioni di mc, non lontano dal torrente Lemme, “dove vivono – ricorda l’Afa – specie protette a livello europeo e dove è prevista una scogliera di 400 metri a sostegno del deposito”.
L’associazione chiede a Potocnik di intervenire poiché, “a nostro avviso, nessun ente, né il Parco Naturale delle Capanne di Marcarolo, né la Regione Piemonte, ha redatto la valutazione di incidenza prevista dalle norme europee e dalla legge italiana che le ha recepite.
Questo studio serve a stabilire quali saranno gli effetti per l’habitat naturale dell’intervento previsto ma nulla del genere, nonostante le richieste di documentazione da noi avanzate e rimaste finora inevase, risulta essere agli atti
”.
L’Afa nei mesi scorsi si è rivolta alla Regione: “Ha risposto fornendo solo documenti riferiti al progetto preliminare del Terzo valico, risalente al 2003: il Cociv nell’occasione esibiva le sue valutazioni sulle ricadute del progetto di deposito ma non risulta che la Regione le abbia accolte o bocciate, come prevede la legge, effettuando cioè la valutazione di incidenza. Senza dimenticare che il progetto di deposito è stato successivamente modificato”.
Interpellato anche il Parco Capanne, diventato dal 2006 gestore del Sic: “Prima ha risposto che non risulta nessuna valutazione di incidenza, poi, in fretta e furia, solo dopo la nostra richiesta, ha redatto un documento che non comunque è lo studio richiesto dalla normativa”.
L’Afa ricorda anche che, nel Piano cave del Terzo valico, approvato dalla Regione a dicembre, “si cita un’imprecisata valutazione di incidenza del 2005 (non più del 2003) senza alcun riferimento (numero di protocollo, data, ente emanatore). Una situazione che a nostro avviso dimostra una grave violazione delle regole che sono alla base della democrazia e che va quindi posta all’attenzione di chi ha istituito il Sic, facente parte della Rete Natura 2000.
Ricordiamo che se la nostra richiesta di intervento sarà accolta, c’è il rischio di una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia da parte dell’Unione Europea
”.
Nel 2013 Wwf e Lipu si sono anch’esse rivolte alla Commissione Ue, chiedendo esplicitamente una procedura di infrazione poiché in Italia per troppe aree protette della Rete natura 2000 non vengono rispettate le norme europee a loro tutela, cioè non viene eseguita la valutazione di incidenza, proprio come per il Sic Capanne di Marcarolo, come rileva l’Afa.
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