Terzo Valico: “Fondamentale” per la Cisl pur senza dati
Al convegno all'Unione Artigiani tutti d'accordo sulla necessità dell'opera ma silenzio sull'analisi costi benefici. De profundis sul retroporto previsto ad Alessandria, si parla solo di San Bovo e Rivalta.
Al convegno all'Unione Artigiani tutti d'accordo sulla necessità dell'opera ma silenzio sull'analisi costi benefici. De profundis sul retroporto previsto ad Alessandria, si parla solo di San Bovo e Rivalta.
Eppure l’obiettivo era “fare informazione rispetto alla confroinformazione su quest’opera fondamentale”, come l’ha definita il segretario provinciale Cisl di Alessandria e Asti Alessio Ferraris. In tutti gli interventi, nessuna critica, anzi: il ritornello è stato dettato dal segretario generale nazionale Raffaele Bonanni (“Il Terzo valico è un’opera di interesse internazionale, che va realizzata poiché l’Italia è in ritardo di vent’anni in tema di infrastrutture e ha bisogno di rilanciare l’economia”). Parole pronunciate di fronte a sindaci, amministratori provinciali e regionali, parlamentari e naturalmente sindacalisti. Ferraris ha chiesto anche “uno scatto di reni: il lavoro, una volta concluso il Terzo valico, deve restare qui grazie alla logistica”. E qui è emerso il primo “intoppo”: tutti a citare le aree logistiche di Rivalta Scrivia e di Novi San Bovo “da rilanciare grazie al Terzo valico”, ma per Alessandria, sulla carta il vero retroporto di Genova, il presidente dell’Autorità portuale Luigi Merlo ha parlato di “difficile rilancio”. Parole pronunciate di fronte al presidente della Provincia Paolo Filippi, rimasto in silenzio in fondo alla sala: da tempo chiede inutilmente che i patti sul Terzo valico e lo sviluppo della logistica vengano rispettati. Lo stesso Ferraris ha ribadito che “per Alessandria siamo in alto mare”.
Il Ministro Lupi ieri era a Bruxelles a perorare la causa dell’alta velocità tra Liguria e Piemonte per ottenere il 20% del costo del primo lotto dall’Unione Europea, richiesta bocciata già parecchie volte, l’ultima lo scorso anno.
Eppure, per il commissario governativo Walter Lupi, quest’opera “la vuole l’Europa. Siamo in ritardo di 14 mesi a causa delle questioni ambientali. I costi non potranno crescere essendo stati fissati nel contratto tra Cociv e Rfi a 6,2 miliardi di euro”. Dal 1992 a oggi è stato stimato un incremento di otto volte, sostengono da sempre associazioni e comitati contrati al Terzo valico, nonostante il tracciato attuale, 54 km, sia la metà di quello di vent’anni fa. Eppure ieri, c’è chi ha parlato di “150 km” di nuova ferrovia, come Sergio Migliorini (segretario generale Cisl Liguria), il quale ha ricordato un altro grosso problema legato all’utilità del Terzo valico: “Rfi non sta ammodernando il nodo ferroviario di Genova, opera senza la quale il Terzo valico non serve”.
Nel sindacato c’è anche chi la pensa diversamente, come Gianni Alioti della Fim Cisl di Genova, autore di una lettera aperta indirizzata agli organizzatori del convegno: “A differenza dei relatori viaggio spesso su ferrovia. Mi basta salire sui treni regionali tra Liguria e Piemonte per raccontare il disastro. Tra disservizi e abbandono della rete, tra degrado delle stazioni e ritardi, non ho mai perso tanti treni – per coincidenze saltate o corse annullate – come negli ultimi dieci anni. E tutto questo nonostante il Terzo valico o, forse, a causa sua.
Lungo il valico dei Giovi alle due linee esistenti se ne aggiungerà una terza, nonostante quelle esistenti siano sature solo al 35% delle capacità di trasporto di merci e passeggeri. Da evidenziare che al convegno non è stato inviatato nessun esperto di sistema dei trasporti né un rappresentante dei pendolari. Sono aperto a cambiare idea ma per convincermi del contrario aspetto ancora risposte puntuali a alcune domande contenute in mie due precedenti lettere aperte, inviate al segretario della Cisl Liguria e all’unico parlamentare europeo eletto in Liguria, Sergio Cofferati”.