Bottega del vino top secret
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Giampiero Carbone - redazione@novionline.it  
19 Marzo 2014
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Bottega del vino top secret

Il Comune di Gavi non fornisce i dati chiesti dai Consiglieri Destro e Barisone: canone di affitto, contratto, modalità di assegnazione del ristorante della struttura, gestito da Paolo Priolo

Il Comune di Gavi non fornisce i dati chiesti dai Consiglieri Destro e Barisone: canone di affitto, contratto, modalità di assegnazione del ristorante della struttura, gestito da Paolo Priolo

GAVI – Vietato conoscere i dettagli del contratto di gestione della bottega del vino di Gavi.
Come in precedenza, neppure stavolta il Comune svela i termini dell’accordo stipulato con il nuovo gestore del ristorante, riaperto il 9 gennaio dall’imprenditore Paolo Priolo, che a fine anno non ha voluto rivelare il canone concordato con l’amministrazione comunale.

Il nuovo locale occupa il primo e il secondo piano dell’edifico nonché il piano seminterrato, dove in teoria dovrebbe svolgersi la promozione del Gavi docg. Specie nei fine settimana è molto frequentato e si è organizzato con una navetta da piazza Dante, vista la carenza di posti auto in zona.

I Consiglieri comunali di opposizione Manuela Barisone e Livio Destro vogliono però vederci chiaro e per questo tempo addietro hanno presentato un’interrogazione per conoscere, oltre al canone, “se per l’assegnazione della nuova gestione sia stato pubblicato un bando o quale altro metodo sia stato utilizzato”, di “avere copia del contratto o della convenzione stipulata con i precedenti e con l’attuale gestore ”, “se i gestori dal 2007 a oggi hanno pagato il canone. In caso contrario come intenda il Comune agire”.
Scaduti i termini per la risposta, dal municipio nessun segnale. “Ancora una volta – commenta Destro – da parte del Comune manca totalmente la trasparenza, nonostante sia prevista per legge. Silenzio anche sull’interrogazione riferita al pericolo rappresentato dalle auto parcheggiate la sera davanti al ristorante, spesso a ridosso della provinciale, in una zona poco illuminata”.
In sette anni i gestori del ristorante sono stati quattro: il primo è stato “cacciato” dal Comune senza poter aprire il ristorante, il secondo è stato pignorato e il terzo è durato un anno e mezzo.

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