Le minacce ai No Terzo Valico finiscono in Senato
Un attivista del comitato pozzolese si è sentito minacciato dalla frase di un operaio addetto alla sistemazione delle reti della futura cava Romanellotta. Solidarietà in parlamento da Marco Scibona (M5S)
Un attivista del comitato pozzolese si è sentito minacciato dalla frase di un operaio addetto alla sistemazione delle reti della futura cava Romanellotta. Solidarietà in parlamento da Marco Scibona (M5S)
La Lande smentisce un suo coinvolgimento dell’episodio: “La nostra impresa non ha l’incarico di sistemare le reti del cantiere e quel giorno non c’era quindi nessun nostro dipendente sul posto. Per altro, nessuno nostro dipendente ha origini calabresi”.Cociv, interpellato sul nome della ditta incaricata di sistemare le reti, afferma di non poter fornire il nome, né di questa né di altre sub appaltatrici. Pronestì, da parte sua, conferma la presentazione della denuncia e di aver solo indicato che sul cartello vicino al cantiere è indicata la Lande.
La vicenda, come si diceva, è stata oggetto di un intervento del senatore del Movimento 5 Stelle Marco Scibona: “Tutta la nostra solidarietà e vicinanza a Tino e agli attivisti NoTav del Terzo Valico, e speriamo che anche tutti i politici, gli amministratori, nonché il Prefetto che invocano incessantemente l’isolamento dei violenti vogliano fare altrettanto. Violento è chi pensa di poter minacciare di morte un signore di sessant’anni con l’unica colpa di difendere con amore la terra in cui vive, non chi è da sempre in prima fila nelle iniziative del movimento che si tratti di preparare una polenta o tagliare delle recinzioni, comunque tutte azioni ispirate alla lotta gandhiana”. Secondo il senatore, la Lande sarebbe stata oggetto di un’interpellanza in Senato nel 2010: nel testo “si richiamavano informative del Ros che attenzionavano tale ditta per rapporti con la camorra”.