Home
Riccoboni, stop al progetto di recupero delle terre inquinate
La Provincia, di fronte alla mole di osservazioni degli enti, chiude l'iter della conferenza dei servizi: troppi i pericoli per la falda sottostante di Predosa, che alimenta i Comuni dell'Acquese
La Provincia, di fronte alla mole di osservazioni degli enti, chiude l'iter della conferenza dei servizi: troppi i pericoli per la falda sottostante di Predosa, che alimenta i Comuni dell'Acquese
PREDOSA –
Troppe le prescrizioni da richiedere e la conferenza dei servizi preferisce rigettare il progetto della Riccoboni di Predosa riferito al recupero di terre da scavo inquinate e altro. In totale, 250 mila t annue di materiali, suddivisi in117 tipologie di rifiuti, pericolosi e non, il tutto sulla falda acquifera.
“Il progetto – spiega il sindaco di Cassine, Gianfranco Baldi, insieme agli sindaci dell’Acquese contrario al progetto proprio per i rischi per la falda – è stato rigettato. La conferenza è stata dichiarata conclusa poiché le richieste di integrazione presentate da quasi tutti gli enti alla Riccoboni sono state giudicate troppo numerose. In sostanza, il progetto della Riccoboni è da rifare. Soprattutto l’organo tecnico della Provincia è stato particolarmente attento”.
I tecnici di palazzo Ghilini hanno chiesto, tra l’altro, che le vasche di decantazione dei materiali da lavorare non sia interrate per evitare problemi alla falda. Sollevate criticità rispetto ad alcuni codici di rifiuto non chiari e incongruenze rispetto agli studi geologici sempre in riferimento alla tutela della ricchezza idrica sottostante.
Dubbi pesanti anche da Asl e Arpa: chiesti più sondaggi sulla falda e denunciati timori per il previsto pozzo da utilizzare per il lavaggio delle terre, alimentato dall’acqua sottostante.
In particolare, l’Asl ha rilevato che la Riccoboni non ha indicato nessun sito alternativo a quello indicato. L’Amag ha infine sottolienato gli investimenti pubblici per realizzare l’acquedotto dei comuni dell’Acquaese, a rischio con il progetto in questione.
Da parte dei sindaci, un documento che ha condiviso le perplessità della Provincia sul sito indicato, pur considerando positiva l’attività di recupero di tali rifiuti.
“L’ingegner Coffano, della Provincia – conclude Baldi – ha letto per quaranta minuti le cinquanta osservazioni pervenute, per poi dichiarare chiuso l’iter. La Riccoboni potrà presentare certamente un altro progetto ma intanto questo è stato fermato”.
Il 4 aprile assemblea pubblica a Predosa organizzata dai comitati contrari alla proposta della Riccoboni.
“Il progetto – spiega il sindaco di Cassine, Gianfranco Baldi, insieme agli sindaci dell’Acquese contrario al progetto proprio per i rischi per la falda – è stato rigettato. La conferenza è stata dichiarata conclusa poiché le richieste di integrazione presentate da quasi tutti gli enti alla Riccoboni sono state giudicate troppo numerose. In sostanza, il progetto della Riccoboni è da rifare. Soprattutto l’organo tecnico della Provincia è stato particolarmente attento”.
I tecnici di palazzo Ghilini hanno chiesto, tra l’altro, che le vasche di decantazione dei materiali da lavorare non sia interrate per evitare problemi alla falda. Sollevate criticità rispetto ad alcuni codici di rifiuto non chiari e incongruenze rispetto agli studi geologici sempre in riferimento alla tutela della ricchezza idrica sottostante.
Dubbi pesanti anche da Asl e Arpa: chiesti più sondaggi sulla falda e denunciati timori per il previsto pozzo da utilizzare per il lavaggio delle terre, alimentato dall’acqua sottostante.
In particolare, l’Asl ha rilevato che la Riccoboni non ha indicato nessun sito alternativo a quello indicato. L’Amag ha infine sottolienato gli investimenti pubblici per realizzare l’acquedotto dei comuni dell’Acquaese, a rischio con il progetto in questione.
Da parte dei sindaci, un documento che ha condiviso le perplessità della Provincia sul sito indicato, pur considerando positiva l’attività di recupero di tali rifiuti.
“L’ingegner Coffano, della Provincia – conclude Baldi – ha letto per quaranta minuti le cinquanta osservazioni pervenute, per poi dichiarare chiuso l’iter. La Riccoboni potrà presentare certamente un altro progetto ma intanto questo è stato fermato”.
Il 4 aprile assemblea pubblica a Predosa organizzata dai comitati contrari alla proposta della Riccoboni.