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Elio Defrani - e.defrani@ilnovese.info  
31 Marzo 2014
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Quella bandiera dei marinai, che sventola per i Marò

Sono stati i soci novesi dell’Anmi ad innalzare il tricolore con un nastro giallo che da 767 giorni sventola sulla città,simbolo di quella che per i marinai italiani è una violazione del diritto internazionale. Ma l'associazione novese non vive solo di ricordo, tante le iniziative portate avanti per i giovani

Sono stati i soci novesi dell?Anmi ad innalzare il tricolore con un nastro giallo che da 767 giorni sventola sulla città,simbolo di quella che per i marinai italiani è una violazione del diritto internazionale. Ma l'associazione novese non vive solo di ricordo, tante le iniziative portate avanti per i giovani

NOVI LIGURE – C’è una bandiera tricolore con un nastro giallo che da 767 giorni sventola sulla città. Sbiadita e sfilacciata, è il simbolo di quella che per i marinai italiani è un’ingiustizia e una violazione del diritto internazionale: l’incarcerazione dei due marò in India. A innalzarla, sono stati i soci novesi dell’Anmi, l’associazione dei marinai, che dal 1975 occupa una porzione della caserma Giorgi, in corso Italia.

Fondata da Fely Pallavicini – scomparso nel dicembre scorso – la sezione cittadina dell’Anmi è intitolata a Vincenzo Gaggeri, con Gabriele D’Annunzio uno dei protagonisti della beffa di Buccari: nel 1918, con una ardita operazione militare, x motosiluranti si introdussero nel porto croate dimostrando la vulnerabilità delle difese austriache. Originario di Casale Monferrato, Gaggeri si trasferì giovane a Novi e nella nostra città visse quasi tutta la propria esistenza. Di lui, all’Anmi novese conservano ancora il bastone da passeggio e il “solino”, una sorta di fazzoletto dei marinai.

Oggi l’associazione è presieduta da Michele Giordano, con un passato sull’Ardito dove ha conosciuto un altro celebre novese, l’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone. All’epoca, ovviamente, non era ancora diventato capo dei reparti aerei della Marina, né comandante degli incursori del Comsubin, né era al vertice dell’Accademia Navale di Livorno (ruolo che tuttora ricopre). Sulle pareti dell’Anmi, piene di medaglie, gagliardetti, modellini e fotografie, c’è anche l’immagine di un giovanissimo Cavo Dragone: è il 15 settembre del 1991 e l’ufficiale novese sta spiegando all’allora presidente della Repubblica Francesco Cossiga, seduto nel cockpit di un Sea Harrier, il funzionamento dell’aereo.

Ma l’attività degli ex marinai novesi non si limita alla celebrazione della memoria (che pure c’è, grazie a una ben fornita biblioteca interna o alle manifestazioni che vengono organizzate in occasione della festa di Santa Barbara e di quella di San Francesco da Paola). Ad esempio, sabato 12 aprile (ore 16.00) la sede dell’Anmi ospiterà la presentazione di un corso di vela riservato ai bambini dai 6 ai 12 anni. “Le lezioni teoriche si terranno a Novi, mentre le uscite in mare si svolgeranno a Varazze, grazie alla collaborazione con il locale club nautico”, spiega Giordano. Con l’assistenza degli istruttori Fiv – Federazione italiana vela – i bambini impareranno a navigare su una piccola imbarcazione di classe Optimist.

Ma c’è anche un’iniziativa dedicata ai ragazzi più grandicelli. “Facendo domanda entro aprile presso la nostra associazione – dice ancora il presidente Giordano – i giovani tra i 16 e 26 anni possono partecipare alle crociere di una settimana a bordo delle navi scuola della Marina Militare, la Vespucci e la Palinuro”. “Le richieste però non sono molte”, confessa Giordano, che spiega: “La vita militare viene vista come scomoda e faticosa. Ma è anche altamente istruttiva: a bordo si impara a compiere qualunque tipo di lavoro”.

Non è un caso, tra l’altro, se in passato nella zona del novese in tanti sono stati reclutati in Marina. “La presenza dell’acciaieria e di tante aziende metalmeccaniche rendeva disponibile manodopera specializzata che poteva utilmente essere impiegata sulle navi militari – afferma Giordano – Oggi l’Italia è cambiata, e con essa le Forze Armate”. Ma quella bandiera tricolore continuerà a sventolare finché ci sarà un marinaio a innalzarla.