Un ragazzino con gli occhi al cielo, ora sfida gli asteroidi
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Lisa Lanzone - l.lanzone@ilnovese.info  
17 Aprile 2014
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Un ragazzino con gli occhi al cielo, ora sfida gli asteroidi

Marco Delbò da più di otto anni vive a Nizza, in Francia, dove lavora come ricercatore del Cnrs, ma non dimentica le sue origini novesi. Nei campi tra il Basso Pieve e la Merella è nata la passione per l'astrofisica, oggi coronata dalla pubblicazione di una ricerca sugli asteroidi sulla rivista "Nature"

Marco Delbò da più di otto anni vive a Nizza, in Francia, dove lavora come ricercatore del Cnrs, ma non dimentica le sue origini novesi. Nei campi tra il Basso Pieve e la Merella è nata la passione per l'astrofisica, oggi coronata dalla pubblicazione di una ricerca sugli asteroidi sulla rivista "Nature"

NOVI LIGURE – Siamo nel luglio del 1986, quando un ragazzino novese di soli quattordici anni, con la passione per l’astronomia, scatta una foto del pianeta Giove con i suoi satelliti e un periodico locale la pubblica come foto dell’anno. Quel ragazzino – oggi quarantenne – si chiama Marco Delbò e quella passione per l’astronomia l’ha trasformata in una professione di successo, diventando un astrofisico. E ora che una sua ricerca è finita tra le pagine della prestigiosa rivista scientifica “Nature”.

Da più di otto anni Marco vive a Nizza, in Francia, dove lavora come ricercatore del Cnrs (Centro nazionale per la ricerca scientifica francese), presso l’Osservatorio Astronomico della Costa Azzurra.  Come si diceva, i risultati raggiunti dagli studi del nostro concittadino astrofisico sono stati recentemente riconosciuti anche dalla rivista “Nature”, dove proprio in questi giorni, è stato pubblicato un articolo a firma di Delbò, la ricerca relativa agli asteroidi.

Alla guida di un gruppo internazionale di ricercatori francesi, italiani e americani, Delbò ha mostrato per la prima volta che un meccanismo chiamato “frattura termica” è in grado di spiegare la presenza di uno strato di particelle (sassi e polveri), chiamato “regolite”, che viene osservato sistematicamente sulla superficie degli asteroidi e la cui origine restava ancora misteriosa. In particolare, la ricerca di Delbò e colleghi deriva da una serie di esperimenti compiuti all’interno di un laboratorio allestito a Nancy, nel Nord-Est della Francia.

Una storia, quella di Delbò, fatta di successi destinati a continuare, ma con uno sguardo sempre rivolto indietro, alle proprie origini: Marco non dimentica, infatti, da dove viene, dove il suo sogno è iniziato e a poco a poco si è realizzato. A Novi continua ad abitare la sua famiglia, che lui torna spesso a trovare e, sempre a Novi, nel cortile di casa – nella campagna tra il Basso Pieve e Merella – c’è il suo primo telescopio, costruito diversi anni fa “artigianalmente”, con la collaborazione del padre Silvano, e oggi rimesso a nuovo.

È stata, però, mia nonna a dare il via a questa passione. Lei mi mostrava, sin da quando ero molto piccolo, le costellazioni e i movimenti degli astri in cielo. Mio zio Piero ha poi contribuito ad alimentarla: ricordo che guardavamo insieme le puntate di “Quark” di Piero Angela. Anche i miei genitori, ovviamente, mi hanno sempre incoraggiato nei miei progetti e mio padre, ancora oggi, nella sua officina meccanica, ripara telescopi”, ricorda Marco.

Il servizio completo è sul Novese in edicola da oggi, giovedì 17 aprile

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