Porte di Pietra tra fascino e corsa estrema
Al via domenica l'ormai tradizionale sfida organizzata dagli Orsi. Tre percorsi di 71, 36 e 16 chilometri per una gara da correre in semi autonomia e rispetto della natura
Al via domenica l'ormai tradizionale sfida organizzata dagli Orsi. Tre percorsi di 71, 36 e 16 chilometri per una gara da correre in semi autonomia e rispetto della natura
Se le Porte riescono a offrire un tracciato lontano dalle strade principali è per la conformazione orografica di una valle chiusa, priva di grandi arterie di comunicazione, con colossi di pietra (le Porte sono infatti l’Antola, l’Ebro, il Giarolo e le altre vette delle corsa) che sembrano sentinelle del tempo, capaci di farti innamorare di una corsa ma al contempo capaci di essere impietosi giudici naturali nei confronti di chi non è pronto a correre una gara dura, faticosa ma impareggiabile. Parti del tracciato hanno riesumato mulattiere e strade oggi non più usate ma che una volta erano l’unico accesso a certi paesi della valle. Limite di iscrizione fissato in 300 sia per la versione da 71 che per quella da 36 chilometri. Si corre in autonomia, cioè devi partire equipaggiato per ogni clima. Gli atleti per bere dovranno munirsi di bicchiere o altro contenitore personale adatto all’uso. Ogni corridore dovrà accertarsi di disporre, alla partenza da ogni posto di rifornimento, della quantità d’acqua minima prevista . C’è anche attenzione all’ambiente. La gara ha infatti aderito alla campagna “Io non getto i miei rifiuti” abolendo in particolare i bicchieri di plastica.