Oreste Soro, una vita spesa per la propria città
Se n'è andato all'età di 76 anni. Era stato consigliere comunale per trent'anni. Storico militante del Pci novese, ha accompagnato passo dopo passo levoluzione della sinistra, fino al Partito Democratico. Mai al traino, ma sempre come parte attiva del cambiamento.
Se n'è andato all'età di 76 anni. Era stato consigliere comunale per trent'anni. Storico militante del Pci novese, ha accompagnato passo dopo passo l?evoluzione della sinistra, fino al Partito Democratico. Mai ?al traino?, ma sempre come parte attiva del cambiamento.
Oreste Soro se n’è andato oggi a 76 anni, circondato dall’affetto della moglie Gabriella, delle figlie Ivana e Sonia, dei nipotini. Logorato dalla malattia, finché ha potuto ha tenuto ferma la barra del timone del Csr, il Consorzio servizi rifiuti, che navigava in acque agitate. L’aveva fatto non per ambizione e nemmeno per il compenso economico (pari a zero). L’aveva fatto perché per lui, davvero, venivano prima le necessità della collettività che gli egoismi dei singoli. Chiamato “nell’ora del bisogno”, si era messo a disposizione e aveva fatto del suo meglio.
Come sempre del resto. Che si trattasse di amministrare la città (era stato consigliere comunale ininterrottamente dal 1965 al 1990, e poi di nuovo dal 1995 al 2000, e assessore dal 1980 al 1985) o di cuocere le sue mitiche frittelle alla festa dell’Unità, o ancora di aiutare i colleghi di lavoro dell’Ilva, durante i molti anni passati da operaio e sindacalista nella fabbrica novese. Nato nel 1937 a Tassarolo, era ben presto diventato un novese a tutti gli effetti.
Storico militante del Pci novese, ha accompagnato passo dopo passo l’evoluzione della sinistra italiana, passando dal Pds ai Ds, al Partito Democratico. Mai “al traino”, bensì come parte attiva del cambiamento, con lo sguardo rivolto avanti, alle battaglie politiche ancora da combattere.
«Stiamo qui a discutere se ci chiameremo “amici” o “compagni”. Per quando mi riguarda potremmo anche darci del “lei”». No, questa frase, pronunciata un po’ spregiativamente durante una delle assemblee preparatorie alla nascita del Pd, non è certo uscita dalla bocca di Soro, che anzi se ne era un po’ risentito. Come sarebbe stato possibile, di fronte a Armando Pagella, Egidio Sonsino, Gianni Bellasera, gli amici di una vita andati avanti prima di lui, iniziare un discorso senza quel proverbiale «Compagni, la questione è politica…»?
Negli anni di piombo, anche a Novi gli esponenti del Pci condannarono fermamente il terrorismo e presero nettamente le distanze dai “compagni che sbagliano”. Soro fu tra i più intransigenti nel condannare le azioni delle Brigate Rosse: una presa di posizione che rischiava di non rimanere per lui innocua, soprattutto con il clima che si respirava allora “in fabbrica”.
Fu anche chiamato a far parte del Comitato Centrale del Pci, lui, con quel viso grande che – dicevano con simpatia gli amici e con meno simpatia i nemici – lo faceva assomigliare al leader sovietico Leonida Brezev. Sarà. Ma chi scrive di quel viso grande ricorda soprattutto il sorriso sincero.
Domani, martedì 3 giugno, alle ore 19.00, sarà recitato il rosario presso la parrocchia di Nostra Signora della Pieve. Mercoledì 4 giugno, alle ore 15.30, nella stessa parrocchia sarà celebrato il rito funebre. Successivamente, la salma sarà trasferita presso il cimitero di Novi, dove sarà salutata in forma civile.