Aborto, troppi i medici obiettori?
Domani, sabato 28 giugno, a partire dalle 9.30 in biblioteca si parlerà di interruzione di gravidanza obiezione di coscienza, in un incontro organizzato dalla Consulta di Bioetica di Novi Ligure
Domani, sabato 28 giugno, a partire dalle 9.30 in biblioteca si parlerà di interruzione di gravidanza obiezione di coscienza, in un incontro organizzato dalla Consulta di Bioetica di Novi Ligure
Il titolo del convegno di quest’anno è “Interruzione volontaria di gravidanza: il buon medico non obbietta” e sarà aperto dal Carlo Augusto Viano, Professore emerito dell’Università di Torino. Sul tema discuteranno Vittorio Demicheli, medico responsabile epidemiologio dell’ASL di Alessandria, Giacomo Orlando, Medico consulta di Bioetica, e Federico Tuo, ginecologo dell’ospedale di Novi. Il dibattito sarà moderato dal Dottor Maurizio Prato.
Il convegno, patrocinato dal Comune di Novi Ligure, si svolgerà presso la sala convegni della biblioteca comunale e inizierà alle 9.30. Il tema che si pone oggi all’attenzione di tutti, e che verrà affrontato nel convegno, è quello di conciliare il diritto all’interruzione di gravidanza, con il diritto all’obiezione di coscienza da parte dei medici che per motivazioni di ordine etico e morale non vi vogliono prestare a questa pratica. La Consulta di Bioetica a livello nazionale ha lanciato una campagna dal titolo “il buon medico non obbietta” che ci fa capire bene da che parte si schiera l’associazione in questo dibattito.
“L’obiezione di coscienza all’interruzione di gravidanza rappresenta sempre più una violazione gravissima del diritto delle donne alla salute e all’autodeterminazione” dice il manifesto stilato dalla consulta “Il diritto all’obiezione di coscienza poteva essere giustificato quando la legge 194 è stata approvata in quanto chi, prima di allora, aveva intrapreso la professione sanitaria non poteva sapere che le donne avrebbero potuto abortire e chiedere agli operatori sanitari di collaborare in questa scelta. Oggi non c’è più bisogno di riconoscere un diritto all’obiezione di coscienza in quanto chi contesta l’accettabilità morale dell’interruzione di gravidanza può sempre scegliere una professione o specializzazione che non prevede questa pratica.
Affermare che gli operatori sanitari devono avere il diritto di agire secondo coscienza significa non vedere che il dovere principale dell’operatore sanitario è quello di essere vicino alle scelte delle donne e promuovere il loro bene. Chi per ragioni di principio o di convenienza non è capace di essere vicino alle donne e di rispettare le loro scelte do-vrebbe optare per un’altra professione. Noi difendiamo sia il diritto delle persone di poter svolgere il lavoro più vicino ai propri valori che la libertà della donna di interrompere la gravidanza.”
Il tema riguarda da vicino anche le nostre strutture ospedaliere: in base una statistica stilata l’anno scorso la maggioranza dei medici e degli anestesisti in forza nella sanità della nostra provincia sono obiettori di coscienza sul tema dell’interruzione volontaria di gravidanza. In particolare, a Novi Ligure due terzi dei medici sono obiettori di coscienza. La punta è pero a Casale Monferrato, dove quasi il 90% dei medici è obiettore.