Reintegrata la ditta Lauro, riapre il cantiere Tav
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Reintegrata la ditta Lauro, riapre il cantiere Tav

Ripartirà a giorni il cantiere di Voltaggio dove è tornata a lavorare, da ieri, la ditta Lauro. Il general contractor Cociv ha infatti preso atto della sentenza del Tar del Piemonte che ha accolto la richiesta di sospensiva della ditta dopo l'interdizione per il mancato rispetto del protocollo sulla legalità

Ripartirà a giorni il cantiere di Voltaggio dove è tornata a lavorare, da ieri, la ditta Lauro. Il general contractor Cociv ha infatti preso atto della sentenza del Tar del Piemonte che ha accolto la richiesta di sospensiva della ditta dopo l'interdizione per il mancato rispetto del protocollo sulla legalità

VOLTAGGIO – Ripartirà a giorni il cantiere di Voltaggio dove torna a lavorare la ditta Lauro. Il general contractor Cociv ha infatti preso atto della sentenza del Tar del Piemonte che ha accolto la richiesta di sospensiva della ditta dopo l’interdizione per il mancato rispetto del protocollo sulla legalità, emesso nelle scorse settimane dalla procura di Torino e, a seguire, da quello di Alessandria.
La sospensiva avrà effetto fino a novembre. La Lauro aveva annunciato la disponibilità a rinnovare i contratti ai propri dipendenti, i quali avevano ricevuto una lettera di pre licenziamento subito dopo l’interdizione. Si erano mobilitati i sindacati che chiedevano come «non fossero i lavoratori a dover pagare per la situazione» e Cociv si era impegnato a trovare una soluzione.
La soluzione è arrivata invece dal Tar che ha dato ragione all’azienda con sede a Borgosesia, concedendo una sospensiva.
Tutti reintegrati quindi i 50 addetti al cantiere di Voltaggio dove Lauro sta eseguendo i lavori di scavo alla galleria di servizio.
Cociv, così come Anas per i cantieri in Val D’Aosta e Borgo Ticino, dai quali era partita l’inchiesta che ha portato al mancato rinnovo della certificazione antimafia, ha preso atto del pronunciamento del tribunale amministrativo regionale, riaprendo le porte a Lauro.
«Non entriamo nel merito delle motivazioni giudiziarie – dice il segretario provinciale Fillea Cgil Massimo Cogliandro – a noi premeva la sorte dei lavoratori che non possono pagare sulla loro pelle per situazioni non da loro determinate».
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