Ripartiamo dall’Appennino… con il verde
Due dei progetti di giovani aspiranti imprenditori, che hanno partecipato al bando della Fondazione Garrone Restartapp, sono relativi al rilancio di attività a cavallo tra Piemonte e Liguria, sotto il segno dell'ecologia ed economia sostenibile
Due dei progetti di giovani aspiranti imprenditori, che hanno partecipato al bando della Fondazione Garrone Restartapp, sono relativi al rilancio di attività a cavallo tra Piemonte e Liguria, sotto il segno dell'ecologia ed economia sostenibile
GRONDONA – I giovani ci credono, credono che un il rilancio dell’economia dell’appennino a cavallo tra Piemonte e Liguria passi per l’ecologia, coniugata con il turismo. Vanno in questa direzione due dei progetti di giovani aspiranti imprenditori che sono stati ammessi alla seconda fase di Restartapp, il bando di concorso della Fondazione Garrone. Sotto l’ala protettrice dei tutor e dei docenti, le idee di Matteo Panoga e Simone Mandelli, stanno maturando. Al termine del campus che si sta svolgendo a Grondona (“sette ore di lezione al giorno, incontri mirati con amministratori e imprenditori”) tre progetti verranno finanziati. Ma Matteo e Simone sono intenzionati ad andare avanti, a prescindere.
L’idea di Simone (foto a destra), genovese, 25 anni, laureato in filosofia, nasce dalla sua esperienza come volontario presso la Cooperativa Movimento Ragazzi che gestisce la colonia diocesana del monte Leco, a Fraconalto, ultimo lembo di terra piemontese verso la Liguria.
“Il progetto è di utilizzare la colonia per tutto l’anno, sfruttando le strutture esistenti e le possibilità di produzione di energia rinnovabile, in parte già presente”, spiega Simone. 
L’investimento iniziale, a spanne, potrebbe essere contenuto. Dal punto di vista strutturale, “sono già presenti tre edifici, in parte ristrutturati, dotati di spazi comuni e di una lavanderia. L’idea è quella di dotarli di un impianto di riscaldamento geo termico. E’ inoltre già presente una turbina idroelettrica che ci consente di immettere energia in rete con un margine di guadagno”.
L’accoglienza sarebbe garantita nelle strutture esistenti ed una parte potrebbe essere adibita ad “agribike”, un punto di accoglienza per i ciclisti – numerosissimi in zona – consentendo il pernottamento e un “ricovero” per le due ruote.
Il punto qualificante del progetto di Simone è però la parte didattica: “immagino un vero e proprio laboratorio di educazione ambientale che possa coinvolgere le scuole, non solo come meta di una gita scolastica. La zona, inoltre, si presta ad escursioni magnifiche che, anche in questo caso, potrebbero avere finalità didattiche, come lo studio dell’ambiente appenninico”. E poiché sognare, al momento, non costa, il giovane aspirante imprenditore ci aggiunge anche “il recupero di un castagneto”, anche in questo caso con finalità ecologiche ma, perchè no, anche economiche.
“Ho preso alcuni contatti con alcune associazioni, come Fiab e Fiarc, la prima organizza corsi di orientamento, la seconda tiro con l’arco: una sorta di caccia ma dove l’animale è una sagoma di legno e cartone”.

Il campo verrebbe attrezzato con una serie di “casette” o “tende” in legno: “si chiamano camping pods e sono unità da 2 o 3 posti, completamente ecocompatibili. Oltre a queste, anche alcune parti comuni: un refettorio e spazio cucina”. Il camping potrebbe offrire anche materiale a noleggio per le escursioni, bici, pedule e ciaspole. “Inoltre mi piacerebbe avviare una collaborazione a favore della comunità, attraverso la manutenzione dei sentieri”.
Anche in questo caso, l’investimento iniziale potrebbe essere contenuto. “Mi interessava soprattutto l’idea di un diverso approccio alle tematiche ambientali di cui, ritengo, se ne sente un crescente bisogno”.