Ilva, un rientro colmo di attesa e apprensione
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Lucia Camussi - l.camussi@ilnovese.info  
19 Agosto 2014
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Ilva, un rientro colmo di attesa e apprensione

Riaperti alcuni reparti dopo la pausa per le vacanze estive. Agli inizi di settembre, si terrà un incontro presso la prefettura di Alessandria tra i rappresentanti sindacali e gli amministratori locali. Il colosso ArcelorMittal sembra sempre più interessato all’acquisto del gruppo

Riaperti alcuni reparti dopo la pausa per le vacanze estive. Agli inizi di settembre, si terrà un incontro presso la prefettura di Alessandria tra i rappresentanti sindacali e gli amministratori locali. Il colosso ArcelorMittal sembra sempre più interessato all?acquisto del gruppo

NOVI LIGURE – Attesa e preoccupazione sono le parole che si sono ripetute più spesso in questi mesi riguardo alla vicenda Ilva. E il rientro degli operai al lavoro, dopo la fase di stop per le vacanze e le ultime notizie a livello nazionale, non può che essere un misto di apprensione e speranza. “Ad agosto si è fermato tutto, come ogni anno, per la necessaria manutenzione agli impianti – spiega Massimiliano Repetto, Rsu Cgil -. Il rientro è all’insegna dell’attesa, visti gli sviluppi politico-istituzionali che ci sono stati negli ultimi giorni. Il lavoro è ripartito e la mole è quella di prima, necessaria per poter far funzionare gli impianti”. Hanno riaperto le linee di finitura e confezionamento, in attesa che riparta anche l’impianto per la laminazione a freddo e il decapaggio.

Nel frattempo, le voci sul possibile acquisto del gruppo Ilva da parte di ArcelorMittal, primo produttore mondiale di acciaio, si fanno più insistenti. Il commissario straordinario per l’Ilva di Taranto Piero Gnudi avrebbe ricevuto in questi giorni la lettera d’intenti con cui il vertice del colosso siderurgico formalizza l’interesse per il gruppo. Ora si attende che la multinazionale presenti un piano industriale al governo italiano.

Agli inizi di settembre, si terrà un incontro presso la prefettura di Alessandria tra i rappresentanti sindacali e gli amministratori locali. “Abbiamo attivato un tavolo in prefettura – fa presente Repetto a questo proposito -, al quale prendono parte alcuni parlamentari, il senatore Enrico Morando e il sindaco di Novi Rocchino Muliere, che si sta fortemente interessando alla questione. In caso di cessione, la nostra richiesta è che vengano mantenuti i posti di lavoro in tutto il gruppo”. Il no è netto all’ipotesi “spezzatino”. In caso di vendita dell’azienda, i sindacati chiedono che venga liquidato l’intero gruppo e non i singoli stabilimenti.  “Se ciò non avvenisse e prendesse piede l’ipotesi spezzatino – conclude il delegato sindacale della Cgil -, la cosa più probabile è che avvenga una riduzione dei tonnellaggi di materiale destinato alla lavorazione nello stabilimento di Novi, con conseguenti effetti sui posti di lavoro”. Lo spettro da scongiurare è quindi quello degli esuberi.
 

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