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Autostrasportatori in affanno: “se Ilva non paga rischiamo di chiudere”
Da mesi non vengono pagati per il servizio di autostrasporto effettuato per conto dell'Ilva e, ora, le aziende lanciano un grido d'allarme. Il sindaco Muliere: "scriverò oggi stesso al commissario Ilva e al prefetto di Alessandria per informarlo della grave situazione". A rischio una decina di piccole imprese e i loro dipendenti
Da mesi non vengono pagati per il servizio di autostrasporto effettuato per conto dell'Ilva e, ora, le aziende lanciano un grido d'allarme. Il sindaco Muliere: "scriverò oggi stesso al commissario Ilva e al prefetto di Alessandria per informarlo della grave situazione". A rischio una decina di piccole imprese e i loro dipendenti
NOVI LIGURE – Da mesi non vengono pagati per il servizio di autostrasporto effettuato per conto dell’Ilva e, ora, lanciano un grido d’allarme. “Da febbraio non riceviamo i pagamenti delle fatture. Eppure noi il gasolio, le tasse il personale dobbiamo pagarlo ugualmente”, spiega uno degli titolari delle aziende, Milanese. Ieri una delegazione, in rappresentanza di una decina di piccole aziende, ha incontrato il sindaco di Novi Rocchino Muliere. C’è l’impegno, da parte dell’amministrazione di attivarsi, per quanto possibile, per tentare di sbloccare i pagamenti. “La situazione è critica e, se non ci sarà un cambio di rotta, rischia di peggiorare – ammette Muliere dopo aver ricevuto la delegazione – domani stesso (oggi per chi legge, ndr) scriverò al commissario straordinario dell’Ilva Piero Gnudi e al Prefetto di Alessandria Romilda Tafuri affinchè sia informata di quanto sta avvenendo”. Occorre capire, innanzitutto, dove e perchè si bloccano i pagamenti delle fatture: “se restano giacenti nei cassetti dell’Ilva, sotto commissariamento, o se Ilva, a sua volta, non riceve il dovuto da una delle società del gruppo, la Fb di Brescia, che si occupa del settore trasporti e che ci risulti fare capo sempre al gruppo Riva”, aggiunge il sindaco. Gli autotrasportatori chiedono, in ogni caso, un po’ di ossigeno: “i fornitori di gasolio non sono più disposti ad aspettare e,in più, questo mese c’è da pagare l’anticipo Iva e le tasse. Se saremo costretti a fermarci, non sarà certo perchè lo vogliamo,ma perchè siamo costretti”, spiega Milanese. Sono circa una cinquantina le persone che rischiano di non arrivare alla fine del mese, tra titolari delle aziende, dipendenti e padroncini. “Ci sono anche grandi società che prestano servizi di trasporto, come quelle del gruppo Gavio. Ma loro hanno altri strumenti. I piccoli sono davvero in difficoltà. Mediamente, per i rifornimenti di gasolio, arrivano a spendere anche 80 mila euro al mese ed è comprensibile che i fornitori non siano più disposti ad aspettare. La situazione va sbloccata”, commenta il sindaco Muliere.
Molte delle aziende che prestano servizio hanno come cliente principale, se non esclusivo, l’Ilva: “siamo attrezzati per quel tipo di trasporto, e non altri”, dice infatti Milanese. “Riconvertirsi” in tempi rapidi e senza investimenti è difficile, se non impossibile. “Che almeno ci paghino qualche mese, perchè così non possiamo davvero andare avanti. Ora, inoltre, è ancora tutto fermo. Molti delle fabbriche sono chiuse e non si fanno consegne. Vedremo dalla prossima settimana ma, ribadiamo, se saremo costretti a fermarci non è certo perchè non vogliamo lavorare per l’Ilva”.