Ilva, si allontana l’ipotesi “spezzatino”
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Lucia Camussi - l.camussi@ilnovese.info  
8 Settembre 2014
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Ilva, si allontana l’ipotesi “spezzatino”

Piero Gnudi, commissario straordinario per l’azienda tarantina, ha sottolineato che “ci sono tutte le condizioni affinché l'Ilva continui ad operare in Italia mantenendo l'attuale configurazione”. Si allontana quindi lo spettro della vendita dei singoli stabilimenti. Tre le offerte per l’acciaieria: ArcelorMittal, Jsp e Esi

Piero Gnudi, commissario straordinario per l?azienda tarantina, ha sottolineato che ?ci sono tutte le condizioni affinché l'Ilva continui ad operare in Italia mantenendo l'attuale configurazione?. Si allontana quindi lo spettro della vendita dei singoli stabilimenti. Tre le offerte per l?acciaieria: ArcelorMittal, Jsp e Esi

NOVI LIGURE –  “Ci sono tutte le condizioni affinché l’Ilva continui ad operare in Italia mantenendo l’attuale configurazione”. Lo ha sottolineato il commissario straordinario, Piero Gnudi, nel corso di un’intervista, facendo quindi capire che, in caso di vendita, gli stabilimenti di Taranto, Genova e Novi continueranno a far parte dello stesso gruppo. Appare così lontana l’ipotesi “spezzatino”, quella che i sindacati, novesi e non solo, rifiutavano con fermezza perché avrebbe condotto ad attuare i licenziamenti. “Se prendesse piede l’ipotesi spezzatino – aveva affermato Massimiliano Repetto, delegato sindacale della Cgil -, la cosa più probabile è che avvenga una riduzione dei tonnellaggi di materiale destinato alla lavorazione nello stabilimento di Novi, con conseguenti effetti sui posti di lavoro”.

Nei giorni scorsi, era stato sempre il commissario straordinario a sottolineare che erano tre le offerte arrivate per l’acciaieria pugliese. Il nome di ArcelorMittal non è certo un mistero, visto che a fine agosto era arrivata una lettera d’intenti da parte del gruppo franco-indiano proprio a Gnudi. Anche il secondo nome non è del tutto sconosciuto: si tratta degli indiani Jsp, Jindal Steel & Power, che hanno appena stretto un accordo con l’acciaieria Lucchini di Piombino per farla ripartire, riaprendo prima ai laminatoi che lavoreranno materiali provenienti dall’India, per poi presentare, entro tre mesi, un piano per la riapertura dell’area a caldo. Il terzo nome sembra essere quello degli Emirates Iron & Steel, produttore siderurgico degli Emirati Arabi. Società che a giugno ha annunciato di aver ottenuto nuove linee di credito per poter mettere in atto un’ulteriore espansione.

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