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		Kme, cassa integrazione ma senza accordo
I sindacati Fiom  Fim  Uilm, dopo aver proclamato giovedì 2 ore di sciopero, non hanno sottoscritto l'accordo per la richiesta di cassa integrazione ordinaria. L'azienda procederà con la richiesta che riguarda il settore rame. Mancavano le garanzie su una serie di questioni. Il 23 nuovo tavolo nazionale
I sindacati Fiom ? Fim ? Uilm, dopo aver proclamato giovedì 2 ore di sciopero, non hanno sottoscritto l'accordo per la richiesta di cassa integrazione ordinaria. L'azienda procederà con la richiesta che riguarda il settore rame. ?Mancavano le garanzie su una serie di questioni?. Il 23 nuovo tavolo nazionale
SERRAVALLE SCRIVIA – Le due ore di sciopero proclamate giovedì dai sindacati  Fiom – Fim – Uilm per il gruppo Kme Italia, che ha coinvolto anche lo stabilimento di Serravalle, lasciavano forse già presagire che questa volta raggiungere un accordo sarebbe stata più dura. E così è stato. Ieri, nella sede alessandrina di Confindustria, non si è raggiunta l’intesa sulla cassa integrazione ordinaria. L’azienda andrà avanti con la richiesta, unilateralmente, senza la firma dei sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil. “Non ci sono state date le garanzie su una serie di questioni, come le ferie, l’integrativo e la tredicesima”, spiega Angelo Paternò  della segreteria provinciale Fiom. E’ la prima volta che, sui tavoli locali, non viene trovata un’intesa. Tutto rinviato su quello nazionale, martedì prossimo a Lucca. Lo stabilimento di Serravalle, per il settore rame, esce da quattro anni di contratti di solidarietà. La persistente crisi del mercato ha portato l’azienda a chiedere un nuovo periodo di ammortizzatori, la cassa integrazione ordinaria, che sarà avviata a partire da lunedì 22, per 12 settimane. Ma il problema, secondo i sindacati, nasce a monte, dalla decisione presa a livello di gruppo di riorganizzare i vertici italiani. “C’è stato un cambio dei vertici aziendali in tutto il gruppo e per noi non è stato un buon segnale – spiega Paternò – Il coordinamento nazionale ritiene che questa idea di riorganizzazione debba essere accompagnata da un piano industriale serio e credibile che si ponga l’obbiettivo di mantenere come Kme la leadership nel settore dei semilavorati in rame”.
Ora si guarda con un misto di speranza e preoccupazione all’incontro del 23 a Lucca. “Se non ci saranno date le garanzie che chiediamo, siamo pronti a proclamare unitariamente lo stato di agitazione”, avverte Paternò. Che aggiunge: “vanno bene gli ammortizzatori, ma è ora di iniziare a parlare di lavoro, di prospettive, di un piano industriale credibile”. Il cambio di management che ha visto la rimozione dell’amministratore delegato italiano Buttera ha fatto venire meno un interlocutore importante.
“I due amministratori delegati delle due nuove entità saranno tutti e due espressione della Germania, Ulrich Becher per gli standard e Egon Mackowiak per i prodotti speciali. Viene costituito un team appositamente dedicato alla Cina e un nuovo responsabile delle attività industriali della Francia dove, per altro è da tempo in corso una trattativa che potrebbe portare alla vendita ad un altro soggetto di tutti gli stabilimenti francesi. – spiegano dal coordinamento nazionale di Fiom – Fim e Uilm – engono cancellate le funzioni di amministratore delegato di Kme Italia che avrà un nuovo responsabile HR nella figura di Alessandro Innocenti che rientra in Italia dalla Francia e del responsabile risorse umane a livello di gruppo, dopo qualche giorno è stata annunciata l’uscita del CEO di gruppo”. Si tenta, ora, di “scongiurare il rischio che da una riorganizzazione si passi ad una dismissione degli stabilimenti italiani”.