Crisi scongiurata alla Mondelez, ma nodi ancora da sciogliere
All'ex Saiwa accordo raggiunto tra sindacati e azienda sugli esuberi, 25 in totale su base volontaria, e sulla mobilità. "Si tratta di un accordo più che dignitoso, ma questo caso rappresenta il primo segnale d'allarme serio per il settore agroalimentare", commenta Marco Malpassi della Flai-Cgil
All'ex Saiwa accordo raggiunto tra sindacati e azienda sugli esuberi, 25 in totale su base volontaria, e sulla mobilità. "Si tratta di un accordo più che dignitoso, ma questo caso rappresenta il primo segnale d'allarme serio per il settore agroalimentare", commenta Marco Malpassi della Flai-Cgil
Una gestione “soft” del problema raggiunta nella sede della Confindustria di Alessandria, illustrata ai dipendenti con le assemblee di fabbrica due settimane fa, che prevede soprattutto l’applicazione di incentivi per coloro che decideranno spontaneamente di accettare il licenziamento. Gli incentivi saranno definiti e concordati caso per caso ma dovrebbero aggirarsi intorno ai 20 mila euro netti. La soluzione economica soddisfa anche i dipendenti prossimi alla pensione prima del compimento dei 60 anni di età grazie a un’integrazione che garantirà quasi uno stipendio completo, compensando anche parte delle penalizzazioni previste dalla legge Fornero per i cosiddetti precoci.
“Ritengo che sia stato raggiunto un accordo più che dignitoso sia dal punto di vista economico che per le garanzie fornite a coloro che saranno accompagnati alla pensione – ha commentato il segretario provinciale di Flai-Cgil, Marco Malpassi – Adesso con la Mondelez-Saiwa si apre la discussione per il rinnovo dell’accordo integrativo“. La piattaforma è stata illustrata, sottoposta al giudizio dei lavoratori e approvata dagli stessi attraverso il referendum, questa verrà presentata all’azienda entro il mese corrente.
Tornando agli esuberi, “il caso Saiwa rappresenta il primo campanello d’allarme serio per il settore agroalimentare che sino a questo momento era stato interessato dalla crisi in maniera parziale, almeno in provincia. Tanto è vero che altri gruppi importanti stanno presentando piani di ristrutturazione come la Bauli ad esempio che ha aperto recentemente la procedura di mobilità. Nel gruppo Bauli è compreso anche lo stabilimento Bistefani di Casale Monferrato. A breve ci sarà un incontro anche con i dirigenti della Pernigotti per capire a che punto siamo col lancio dei nuovi prodotti promessi dai referenti italiani della nuova dirigenza turca Toksoz”.
“Siamo preoccupati per la stagnazione dei consumi interni e per gli ennesimi violenti attacchi allo statuto dei lavoratori. L’idea che per far ripartire l’economia sia necessario un provvedimento che introduca il demansionamento, il controllo a distanza dei lavoratori e la libertà di licenziamento rappresenta l’ennesima inutile follia di un governo incompetente che perpetuerebbe l’ennesimo accanimento verso il mondo del lavoro acuendo ulteriormente la crisi e la paura”, conclude Malpassi.