La pioggia ha sconfitto anche la vecchia trunera della Merella
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Andrea Vignoli  
1 Dicembre 2014
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La pioggia ha sconfitto anche la vecchia trunera della Merella

La vecchia trunera della Merella non ha resistito alle continue piogge ed è crollata. L’antica trunera era usata fino agli anni Novanta come fienile e locale per ricovero attrezzi. Nel 2007 i proprietari avevano proposto al comune la donazione della costruzione, in modo che essa venisse consolidata

La vecchia trunera della Merella non ha resistito alle continue piogge ed è crollata. L?antica trunera era usata fino agli anni Novanta come fienile e locale per ricovero attrezzi. Nel 2007 i proprietari avevano proposto al comune la donazione della costruzione, in modo che essa venisse consolidata

NOVI LIGURE – Pochi mesi fa sul nostro giornale Luigi Gambarotta, consigliere comunale del Movimento 5 stelle, aveva lanciato l’allarme: salviamo la trunera simbolo delle case in terra novesi, prima che sia troppo tardi. Ecco: il “troppo tardi” è arrivato. La vecchia trunera della Merella non ha resistito alle continue piogge ed è crollata.

Con il termine trunere si indicano le case costruite in terra cruda tipiche della fraschetta, quella parte della provincia di Alessandria che si estende tra il capoluogo, Tortona e Novi. La Regione Piemonte nel 2006 approvò una legge, presentata dall’allora consigliere regionale Rocchino Muliere, sulla salvaguardia delle case in terra cruda. Quella legge ha permesso di studiare la storia e la tecnologia di queste case, e di censirle, avviando in alcuni casi anche il recupero. Problemi finanziari successivi all’approvazione della legge hanno però in parte vanificato l’impianto legislativo, che si è dovuto confrontare con i tagli al fondo apportati dalle amministrazioni seguenti.

Pochi mesi fa, dicevamo, il consigliere Gambarotta aveva lanciato l’allarme e ne aveva tutti i buoni motivi: non solo è un ingegnere strutturale e di queste cose ne capisce, ma è anche stato coordinatore nazionale dei gruppi di ricerca sulle case in muratura. Infine, ma non è la cosa di minor conto, è anche il proprietario della trunera che è crollata.

L’antica trunera era usata fino agli anni Novanta come fienile e locale per ricovero attrezzi
. Nel 2007 i proprietari avevano proposto al comune la donazione della costruzione, in modo che essa venisse consolidata e messa a disposizione per scuole e turisti, vista la difficoltà da parte della proprietà a effettuare gli investimenti necessari per la manutenzione. Ma la stessa difficoltà dei proprietari l’aveva anche il Comune: dove reperire i fondi necessari ai lavori? Fatto sta che non se ne fece nulla, e la trunera rimase di Gambarotta.
Ora la trunera non c’è più: al suo posto un mucchio di terra e assi in mezzo a un campo arato. Di chi la colpa? Dei proprietari, della Regione, del Comune, della crisi economica?

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