Chiamparino e Saitta hanno ricevuto i sindaci: analisi tecnica per l’ospedale
Una delegazione di sindaci del Tortonese ha assistito in silenzio alla seduta del consiglio regionale in cui si discuteva il piano sanitario ed è stata poi invitata a parlare con il presidente Chiamparino e l'assessore Saitta. Verrà inviato un tecnico per sopralluoghi agli ospedali di Tortona e Novi Ligure e l'assetto del piano sanitario potrebbe essere rivisito. La cronaca di una giornata, le speranze per i prossimi mesi
Una delegazione di sindaci del Tortonese ha assistito in silenzio alla seduta del consiglio regionale in cui si discuteva il piano sanitario ed è stata poi invitata a parlare con il presidente Chiamparino e l'assessore Saitta. Verrà inviato un tecnico per sopralluoghi agli ospedali di Tortona e Novi Ligure e l'assetto del piano sanitario potrebbe essere rivisito. La cronaca di una giornata, le speranze per i prossimi mesi
Erano presenti 27 sindaci e numerosi consiglieri comunali dai seguenti comuni: Tortona, Pontecurone, Brignano Frascata, Castelnuovo Scrivia, Viguzzolo, Alzano Scrivia, Berzano, Brignano Frascata, Casalnoceto, Casasco, Carbonara Scrivia, Carezzano, Castellar Guidobono, Cerreto Grue, Dernice, Garbagna, Guazzora, Isola Sant’Antonio, Molino dei Torti, Momperone, Monleale, Pozzol Gruppo, San Sebastiano Curone, Sarezzano, Spineto Scrivia, Villalvernia, Volpedo, Volpeglino.
E nella pausa pranzo del consiglio i sindaci, che non avevano comunque richiesto formalmente l’incontro, sono stati ricevuti per oltre un’ora dal presidente Chiamparino e dall’assessore regionale alla sanità Antonio Saitta. Nel corso dell’incontro i sindaci hanno spiegato che la loro presenza era da attribuirsi alla chiusura totale manifestata dalla Regione a seguito della lettera inviata dai sindaci la settimana scorsa e alla volontà di portare all’attenzione dell’assessore le istanze dei territori.Una lettera parzialmente sconfessata dallo stesso Chiamparino, che ha dichiarato di non averla mai vista e di come la risposta sia stata elaborata senza informarlo dalla sua segreteria. Qui si è poi aperto lo spiraglio: l’assessoreSaitta ha deciso di mandare il direttore Ages Moirano, che ha curato la stesura del piano sanitario regionale, ad eseguire una verifica delle funzionalità degli ospedali oggetto di riorganizzazione tra cui quello di Tortona.
Per la delegazione ha parlato il sindaco di Tortona Gianluca Bardone: “Chiediamo di avere almeno due confronti: uno per farvi prendere visione della realtà tortonese e di quella novese, un altro a Torino per ascoltare le vostre deduzioni e cercare una sintesi che auspichiamo sia condivisa. Il Tortonese e il Novese sono due aree non funzionali tra loro, hanno due ospedali con caratteristiche diverse, in quanto su Tortona si è investito in questi anni anche grazie a risorse del privato no profit, mentre su Novi occorrerà spendere per portare l’ospedale al livello della struttura tortonese. Dimostreremo che la funzionalità di Tortona non è inferiore a quella di Novi, anzi, e gli aspetti correlati alla mobilità di pazienti verso la Lombardia, causando un costo per le sanità regionale, non possono non essere tenuti in conto”.
Chiamparino e Saitta si sono dimostrati disponibili anche se hanno ribadito che in ogni caso in provincia di Alessandria non potranno esistere quattro Dea di primo livello. Quindi tra Tortona, Novi e Acqui rimarrà soltanto un Dea, dipartimento di emergenza, mentre verrà potenziato il pronto soccorso degli ospedali di territorio con posti letto di terapia intensiva e cardiologia.
Nel discorso in aula, l’assessore Saitta aveva colto la presenza dei sindaci e li aveva citati: “Rivolgendomi ai sindaci presenti, ricordo che non si può rivendicare qualcosa solo perché lo si ha sempre avuto: la giunta regionale ha seguito i parametri indicati nel patto per la salute. Il che ha significato dover assegnare ad ogni ospedale, in base alla classificazione del territorio per numero abitanti, le specialità che devono essere presenti in modo obbligatorio, riservando tutte le altre discipline che possono essere assegnate in funzione di una relazione degli ospedali vicini. Nel caso di Tortona, pensiamo al confronto con l’ospedale di Novi Ligure e nel caso di Acqui con Alessandria. Rassicuro i cittadini del Tortonese evidenziando che l’ospedale di territorio, in base alla norma del nuovo piano, non tratta solo lungo degenze,ma mantiene specializzazioni come medicina, chirurgia, ortopedia, pronto soccorso 24 ore, radiologia, laboratorio, posti di osservazione breve e intensiva e può avere anche delle specialità a patto che non siano legate ad un Dea di primo livello (si pensi a pediatria, neurologia, rianimazione, trasfusione, cardiologia, ndr).Nell’Alessandrino erano stati fatti investimenti importanti per ospedali che chiaramente non potranno essere mai degli hub o ospedali di primo livello. Non è volontà di questa giunta commettere gli stessi errori e non si faranno più investimenti sbagliati”.
L’apertura del colloquio successivo é stata accolta positivamente dai sindaci che hanno già individuato un comitato tecnico locale che accompagnerà Moirano nel sopralluogo: il comitato è formato da dirigenti medici che non hanno rapporti e vincoli con l’attuale amministrazione della sanità tortonese. I sopralluoghi e le verifiche verranno effettuate entro febbraio: in ogni caso il piano non sarà operativo, secondo quanto dichiarato dal presidente Chiamparino, prima della nomina dei nuovi dirigenti Asl, prevista a marzo.
In aula del Consiglio Regionale è intervenuto anche il consigliere tortonese di opposizione Massimo Berutti, che a margine della seduta ha così commentato le azioni portate avanti a difesa dell’ospedale. “Con la nostra azione politica abbiamo scongiurato che la sanità alessandrina venisse devastata nel silenzio generale. Confidiamo che il percorso intrapreso con il presidente Chiamparino porti l’assessore alla sanità ad entrare nel dettaglio, adattando le riforme alle criticità e peculiarità territoriali. La preoccupazione reale nasce dal rischio di lasciare territori rurali completamente isolati rispetto a strutture ospedaliere dalle dotazioni limitiate. Un apprezzamento va alla folta delegazione di sindaci o loro rappresentanti che hanno risposto all’appello di presenziare al consiglio regionale a fare pressione”.