La relazione d’aiuto, l’aiuto della relazione
Ogni qualvolta, sul nostro cammino di vita, incontriamo unaltra persona, in realtà in quel momento le persone presenti non sono due, ma sei!
Ogni qualvolta, sul nostro cammino di vita, incontriamo un?altra persona, in realtà in quel momento le persone presenti non sono due, ma sei!
Senza trascurare il fatto che l’interpretazione che ognuno di noi da degli eventi e delle persone è influenzata non solo dalle proprie caratteristiche di personalità, ma anche dai bisogni e dallo stato d’animo del momento. Si tratta di un fenomeno, quello del rapporto tra trasmittente e ricevente di un messaggio, che la psicologia studia fin dai suoi albori, che poi si sostanzia in quella che è la relazione tra i due, la relazione tra ognuno di noi e i diversi Altri che incontra nell’arco del proprio tempo di vita. Perché noi siamo fatti di relazioni e la relazione è essa stessa fondamento dell’esistenza umana ed è strumento elettivo di conoscenza e di cura, basti pensare alle cosiddette “relazioni d’aiuto”, quelle in cui l’uno promuove la crescita dell’altro, la relazione tra terapeuta e cliente, tra medico e paziente, tra insegnante e studente, tra genitore e figlio, tra chi scrive e chi legge, quindi.
Stiamo parlando del fenomeno cardine della nostra essenza e, come tutti gli altri aspetti dell’esistenza umana, anche la relazione è “fatta di mente”, vale a dire di ragione, memoria, volontà, sensazione, emozione, coscienza, inconscio, elementi non tangibili direttamente ma che ci accompagnano, ci connotano e ci fanno essere ed entrare in rapporto con gli altri. Ecco, la psicologia, la psicoterapia, la psicoanalisi, la psichiatria si occupano, in diversi modi, proprio di questo, guardando al fenomeno mente-relazione-uomo da punti di vista differenti, con strumenti tra loro complementari che, oserei dire, “esigono” una continua integrazione, necessaria per il raggiungimento dell’obiettivo ultimo: favorire la conoscenza di sé dell’individuo, la crescita di capacità e risorse psichiche (oltre naturalmente alla guarigione del sintomo) attraverso un processo di autoriflessione ed autoesplorazione che, appunto, non può che avvenire nel contesto di una relazione sicura ed autentica.
“Nessuna relazione è una perdita di tempo. Se non ti ha portato quello che vuoi, ti ha insegnato quello che non vuoi” (Anonimo)