Intervistando la storia: Federico I Barbarossa all’assedio di Alessandria
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Andrea Scotto  
9 Aprile 2015
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Intervistando la storia: Federico I Barbarossa all’assedio di Alessandria

Tra pochi giorni ricorre l’anniversario della fine dell’assedio di Alessandria da parte dell’Imperatore Federico I di Hohenstaufen, detto “il Barbarossa” (12 aprile 1175): per questo ci siamo recati al campo imperiale, poco distante dall’attuale Borgo Rovereto, per intervistare l’Imperatore

Tra pochi giorni ricorre l’anniversario della fine dell’assedio di Alessandria da parte dell’Imperatore Federico I di Hohenstaufen, detto “il Barbarossa” (12 aprile 1175): per questo ci siamo recati al campo imperiale, poco distante dall’attuale Borgo Rovereto, per intervistare l’Imperatore

OPINIONI – Maestà, questa non è la prima volta che, attraversate le Alpi con un esercito, siete all’assedio di una città italiana.
È vero: siamo scesi la prima volta nel 1154, diretto a Roma per l’incoronazione imperiale avvenuta l’anno dopo; sulla strada, abbiamo dato una lezione a Tortona, città ribelle, di cui abbiamo distrutto le fortificazioni. Nel 1162 una nuova armata sotto il nostro comando ha assediato e distrutto Milano, il più accanito tra i Comuni lombardi nostri nemici. Nel 1167 con un nuovo esercito abbiamo assalito Roma, cominciando proprio dal Vaticano, per insediare come papa Pasquale III al posto di Alessandro III, mio avversario.

Un assalto, quello al Vaticano, da molti giudicato sacrilego: è vero che subito dopo il vostro esercito fu decimato da un’epidemia di peste?
La peste fu dovuta più alla calura ed alla sporcizia in cui siamo venuti a trovarci, a Roma, nei mesi di luglio ed agosto. Il nostro esercito fu distrutto tanto che, per attraversare l’Appennino tra la Toscana e Pavia, affidammo la nostra sicurezza al marchese Morello Malaspina, signore di quei luoghi. Quando, vista la natura aspra di quei monti, gli chiedemmo con che cosa procurasse il proprio sostentamento, il marchese rispose, senza remore: “Con le rapine”. Inaudito! Il Sacro Romano Imperatore scortato e protetto da un capo di rapinatori!

Perdonate, ma cosa può avere di “romano” un tedesco come voi, un Hohenstaufen?
Ecco ciò che voi Lombardi non capite. Noi intendiamo fondare il governo del nostro Impero sul diritto romano tramandato dal Codice di Giustiniano, che lo studio dei giuristi di Bologna ci ha fatto conoscere. Solo riportando nelle mani dell’Impero l’unico riferimento per la legge e per l’esenzione dei tributi, così come avveniva per Augusto e Costantino nostri predecessori, potremo ristabilire la pace mettendo fine alle lotte che in cui voi Lombardi vi dibattete, anche all’interno delle vostre stesse città: per questo, vedete, noi siamo più “romani” di voi.

Sarà, ma intanto dall’ottobre scorso le aquile del vostro Sacro Romano Impero sono bloccate di fronte alle difese di Alessandria…
Ma quale Alessandria! La città di Alessandria non esiste! E’ solo una banda di ribelli ha occupato il castello di Rovereto e la Chiesa di Santa Maria che lì vi si trova: presto, molto presto, conosceranno il prezzo della loro ribellione.

Allora sbrigatevi: a Piacenza, l’esercito della Lega Lombarda si sta già radunando…
Non dubitate: in capo ad un giorno o due saremo tutti dentro Rovereto, abbiamo già un piano…

Spero per voi che funzioni.
Certamente: ci vedremo presto, nella nostra fedele Pavia.

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