La giunta dice “sì” alle cave per il Terzo Valico
La giunta comunale di Alessandria dà il via libera alle cave per il deposito di smarino proveniente dagli scavi del terzo valico, in cambio del rifacimento dei marciapiedi di Spinetta, di strada Stortigliona e dell'apertura di un tavolo sulla logistica. A Torino la riunione della conferenza dei servizi. Il Movimento 5 Stelle annuncia "battaglia": "Si compromette una delle riserve idriche più importanti del Piemonte. Sindaco e assessore si dimettano"
La giunta comunale di Alessandria dà il via libera alle cave per il deposito di smarino proveniente dagli scavi del terzo valico, in cambio del rifacimento dei marciapiedi di Spinetta, di strada Stortigliona e dell'apertura di un tavolo sulla logistica. A Torino la riunione della conferenza dei servizi. Il Movimento 5 Stelle annuncia "battaglia": "Si compromette una delle riserve idriche più importanti del Piemonte. Sindaco e assessore si dimettano"
ALESSANDRIA – Il comune di Alessandria accoglierà lo smarino, le terre provenienti dagli scavi del Terzo Valico dei Giovi nelle cave di Spinetta Marengo e del Cristo. La decisione è stata presa dalla giunta comunale di Alessandria che ieri ha deliberato ieri in tal senso. Una scelta spiegata con la “strategicità” dell’opera (“esiste una Legge Obiettivo Nazionale che travalica la normale potestà dei Comuni”, dice il sindaco Rita Rossa) e con le opere di compensazione che deriveranno dalla messa a disposizione delle cave: il rifacimento dei marciapiedi di via Genova, a Spinetta, il rifacimento della strada Stortigliona, il recupero ambientale, ossia la rinaturalizzazione, delle aree una volta esaurite.
Le cave indicate sono cava Bolla e cava Guarasca 1 e 2 a Spinetta, entrambe prioritarie, e cava Clara e Buona, in zona Cristo.
“Alla base della decisione – precisano da Comune – sta la considerazione che il Terzo Valico è considerato opera strategica inserita nella programmazione europea ed il fatto che esiste una Legge Obiettivo Nazionale che travalica la normale potestà dei Comuni. Inoltre, il piano cave, approvato in sede ministeriale, è stato variato anticipando al primo lotto dei lavori l’utilizzo delle cave di Spinetta Marengo”.
Il comune si prende, tuttavia, un piccolo spazio di manovra: “La delibera rimarca che questo intervento consentirà di ottenere la chiusura in tempi medio brevi dell’attività estrattiva nella zona di Spinetta Marengo, con la rinaturalizzazione dell’area delle cave creando un vasto bosco che avrà un vincolo di fruizione pubblica su parte dell’area. Il raggiungimento di questi obiettivi è legato alla rapidità degli interventi di ritombamento e rinaturalizzazione che saranno effettuati interamente nel corso del primo lotto dei lavori del Terzo Valico, in modo da avere certezze sui tempi e sull’esecuzione delle opere che, ad oggi, sono già state finanziate”.
Nella delibera si ribadisce anche la necessità che vengano assunte tutte le misure necessarie a garantire che sia messo in atto ogni possibile accertamento tecnico legato alla caratterizzazione ambientale dei materiali prodotti e dei siti di destinazione “per dare piena assicurazione e risposta positiva a tutte le legittime preoccupazioni della cittadinanza in merito all’eliminazione dei rischi ambientali connessi con il deposito nelle cave dei materiali inquinanti diversi”.
Parallelamente avremo come compensazione ambientale, il rifacimento di via Genova, con i suoi marciapiedi, e della Stortigliona”.
Del piano cave si discuterà intanto oggi, a Torino, in sede di conferenza del servizi che, ci si attende, non potrà che accogliere l’offerta alessandrina, poiché i comuni di Tortona e Pozzolo hanno “bocciato” due cave. Da qui il “ripescaggio” delle cave di Alessandria in fascia uno, ossia quelle che saranno sicuramente utilizzate.
Peccato che nel dicembre 2012 il consiglio comunale avesse approvato all’unanimità un ordine del giorno in cui l’amministrazione si dichiarava di essere contraria al Terzo Valico, se non fosse stato identificato un ritorno utile in materia di logistica per la città, ed esprimeva la volontà di contrastare qualsiasi utilizzo del territorio. Solo qualche settimana da il Movimento 5 stelle richiamava l’ordine del giorno chiedendo al sindaco di chiarire la propria posizione.

Immediata la reazione dei Cinque Stelle che annunciano non solo l’opposizione ma anche “forme di protesta”.
“Con questa decisione il comune mette a rischio una delle riserve idriche più importanti del Piemonte – fa presente il consigliere Domenico Di Filippo – Si tratta di una riserva di acqua purissima, fino a 1500 metri di profondità, che sarà compromessa dal deposito di smarino, che contiene sostanze chimiche derivanti dall’utilizzo di schiume”.
Non solo. Sulla cava Guarasca c’è un indagine in corso della Guardia di Finanza, a seguito di un esposto sempre presentato dai Cinque Stelle. Per cava Clara e Buona c’è invece l’incognita della vicinanza al fiume Bormida, quindi si troverebbe in area esondabile.
Il Movimento 5 Stelle, pertanto, le dimissioni dell’Assessore all’Ambiente del Comune di Alessandria, Caludio Lombardi, per “non aver adempiuto agli impegni assunti e mai, purtroppo, portati a termine, in difesa della salute dei cittadini e della tutela dell’ambiente a livello locale”.
Il consigliere Andrea Cammalleri, in qualità di Vice Presidente del Consiglio Comunale, rileva inoltre la gravità dell’atto compiuto dal Sindaco e dalla sua Giunta “calpestando la volontà espressa dal Consiglio, anziché rimettersi ad essa”.