Omicidio stradale: “Più che una nuova legge, servirebbe più chiarezza”
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I.N. - irene.navaro@alessandrianews.it  
23 Aprile 2015
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Omicidio stradale: “Più che una nuova legge, servirebbe più chiarezza”

Il giudice Ambrogio Moccia al convegno del Sulpm, sindacato autonomo di Polizia, parla di omicidio stradale. “Meglio poche leggi ma chiare che tante e inapplicabili”. Il disegno di legge che introduce l'omicidio stradale ancora fermo in parlamento

Il giudice Ambrogio Moccia al convegno del Sulpm, sindacato autonomo di Polizia, parla di omicidio stradale. “Meglio poche leggi ma chiare che tante e inapplicabili”. Il disegno di legge che introduce l'omicidio stradale ancora fermo in parlamento

NOVI LIGURE – “Meglio poche leggi chiare e applicabili che tante e inapplicabili”. E’ il pensiero del giudice milanese Ambrogio Moccia, relatore d’eccezione all’annuale convegno di formazione del Sulpm, sindacato di polizia municipale a villa Pomela. Un tema di grande attualità quello trattato dal magistrato: si parlava infatti dell’omicidio stradale la cui legge giace in Parlamento da troppo tempo.

La legge introdurrebbe, appunto, il reato di omicidio su strada, come nuova fattispecie. Ad oggi, infatti, viene perseguito come omicidio colposo, stante anche all’ultima pronuncia della Corte di Cassazione sul “caso Beti” che ha rinviato la sentenza di condanna per omicidio doloso in appello. Prende a prestito le parole di Papa Giovanni XXIII il magistrato: “bisogna comandare solo ciò che è essenziale e che si ha fondata speranza che venga eseguito”. Il punto dolente è infatti una legislazione attuale “ricca” e confusa. Spiega Moccia come, ad esempio, in caso di fuga dopo un incidente, l’arresto del reo non sia obbligatorio, ma “facoltativo” e, per omissione di soccorso, addirittura “non consentito”.

“Più che una nuova legge – dice il magistrato – occorre una urgente razionalizzazione”. Fermo restando che “ci deve essere un livello adeguato di pena per omicidio colposo in situazioni di gravi violazioni del codice della strada”. E che “le norme sembrano più volte a tutelare la categoria degli automobilisti che la sicurezza stradale”, anche per l’ambiguità della classe politica che non assume posizioni chiare.
Centinaia tra agenti di polizia, carabinieri e forze dell’ordine, provenienti da diverse regioni d’Italia, hanno seguito i lavori del convegno organizzato, come sempre, dal segretario alessandrino Ileana Pesavento.

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